Pura follia.. questa potrebbe essere la prima affermazione a balzarci in mente una vola messo sul piatto del gira dischi "Om" di Coltrane, opera cardine e di indubbia valenza storica ed artistica dell'intero e controverso percorso musicale del sassofonista.

La ricerca ed il desiderio di arrivare ad un messaggio ascetico spirituale, queste le motivazioni che portano Coltrane ad un drastico cambio di rotta nel suo modo di concepire musica, nell'approccio allo strumento, nello stile intrapreso che abbandona totalmente ogni riferimento alla tradizione ed abbraccia il Free-jazz infarcendolo di sonorità africane  ma anche di suoni mistici ed arcani.. Il sacro mantra per eccellenza Induista, a cui Coltrane dedica questo delirio collettivo, è la base ed il punto cardine su cui si snoda l'intera sessione.. il brano si apre con percussioni africane che accompagnano una preghiera recitata collettivamente, la quale terminerà con l'invocazione ripetuta in maniera sempre più solenne fino quasi ad urlarla della parola Om; all'invocazione dell'Om si uniscono i  sassofoni di Pharoa Sanders e John Coltrane.. cacofonici e distorti  danno il via alla sessione.. un caleidoscopico calderone di stridii dissonanze e distorsioni. Gli assoli furiosi ed inumani dei fiati sono accompagnati dai fedeli Jimmy Garrison al basso, Elvin Jones alla batteria e McCoy Tyner al pianoforte, impegnato a stendere il giusto ed emblematico tappeto sonoro sul quale scivolano via le divagazioni free dei solisti., i suoni etnici emessi dal flauto di Joe Brazil, il belare delle pecore, l'invocazione dell'Om che a metà traccia si fa risentire in sottofondo.. per poi giungere nuovamente alla quiete, di nuovo la recitazione collettiva e l'invocazione finale dell'Om..

Se con "A supreme love" John Coltrane a tradotto in musica una sua esperienza legata alla fede e alla spiritualità rimanendo però fedele allo stile modale del quale è stato maestro indiscusso, "Om" come anche ed in primis "Ascension", sono importanti perché pongono fine ad un epoca per cominciarne drasticamente un'altra; l'avvento della musica Free nella carriera del sassofonista non sembra conoscere mezzi termini, la sua ricerca spirituale continua mettendo da parte momentaneamente l'ineguagliabile lirismo del suo sax, facendosi invece forte, soprattutto in questa sessione, di un free jazz cosmico aggressivo e rumoristico che riesce ad eccellere ed a risultare coinvolgente avendo dalla sua parte l'esperienza e la maestria di un gigante della musica contemporanea...

Buon ascolto

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