Lo sketch iniziava così: un uomo che indossava una tuta e un casco a stelle e strisce, atterrava col deltaplano e si rivolgeva alla camera; Nel frattempo una musica adrenalinica e una scritta in sovraimpressione introducevano la rubrica “Danger seekers”: i cercatori di pericolo. Il presentatore arrivato in deltaplano si rivolgeva allo spettatore e introduceva un nuovo appuntamento della suddetta rassegna.
Poi la telecamera staccava e passava su un altro uomo: “a metà tempo tecnico meccanico, a tempo pieno temerario, un uomo che rischia la vita per il gusto dell’avventura, la cerca, la insegue e la supera”, diceva il presentatore: era un uomo magrolino, basso, quasi rachitico, con grossi occhiali, che si preparava ad una grande impresa, indossando un caso e una tuta bianchi. “E’ Rex Kramer, in arte Woody”.
Woody si concentrava al massimo, facendo un grande respiro. Scattava ed usciva fuori campo. Attraversava la strada, ma la telecamera lo seguiva. Si fermava e guardava ancora in macchina; alzava le braccia, prima di raggiungere, sull’altro marciapiede, un gruppo di sei afroamericani. Si metteva in mezzo a loro, interrompendo le loro discussione.
Prendeva un bel respiro. Il gruppo restava immobile. Un altro respiro. E poi urlava:”Negriiiiiii!!” e scappava a gambe levate.
Confusi dall’assurdità della scena, dopo un paio di secondi, i sei partivano all’inseguimento.
Fine.
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Conoscevo questo sketch da non so quanto tempo. Da fan di vecchia data dell’ancor più vecchio ex compagno di Mia Farrow, avevo sempre pensato fosse suo. Mi sembrava l’ennesima trovata geniale della sua carriera.
Non lo era.
Il sosia di Allen è Robert Starr, uno della cricca Zucker-Abrahams-Zucker. La trovata geniale è loro e del buon John Landis E’ estratta dal secondo film di quest’ultimo: The Kentucky Fried Movie - Ridere per ridere. Il film rappresenta l’anticamera del grande successo sia per il regista che per gli sceneggiatori. Solo due anni più tardi tutti loro sbancheranno il botteghino.
The Kentucky Fried Movie - Ridere per ridere è una folle rassegna di ventidue sketch demenziali e dai contenuti espliciti: ventuno di questi sono brevissimi. In essi il cinema viene sezionato, capovolto, rigirato e stravolto attraverso varie trovate per dare vita a finte reclame, finte serie tv, finti oroscopi, finti tg, finti trailer.
In high adventure Il microfono a fucile, quel microfono che solitamente volteggia fuoricampo sorretto da un’asta, è posseduto: si intromette in modo sempre via via più invasivo nel dialogo tra presentatore e ospite, seminando lo scompiglio e il terrore in studio. Vi torna in mente una trovata simile del film Airplane? A.M. Today è il telegiornale che dà avvio alle danze: bon ton lascia spazio al turpiloquio e alla violenza ferina che sfocia in una clamorosa rottura della quarta parete. Catholic High school girls in trouble è un trailer che promette “un film più selvaggio di Mandingo, più scandaloso di Dietro alla porta verde, più erotico di Gola profonda”. Figlio del clamoroso successo di questi tre film pornografici, in realtà utilizza dei giochi di parole da brividi per creare una distanza insensata tra ciò che promette e ciò che mostra. Le trovate sono quasi sempre notevoli, anche nello sketch più lungo di tutti: A fistful of yen: il vecchio pugno di dollari diviene di yen in questa parodie dei film di arti marziali giapponesi.
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In tanti, anche in Italia, hanno preso a piene mani da qua, in alcuni casi anche tributando un doveroso omaggio: Il produttore dei film di cui vediamo trailer o spezzone è Samuel L. Broncowitz, personaggio fittizio ma di culto. Ne avete già sentito parlare? A lui deve il nome il gruppo comico di Crozza, Signoris, Dighero, Cesena e Pirovano.
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E scanzonata divertita è l'interpretazione da parte di Jo Stafford e Paul Weston del motivo The Carioca.
Il film è ancora divertente a distanza di quarantotto anni.
Diverte nel vero senso della parola, volgendo altrove le attese e le aspettative create.
Da vedere e eventualmente rivedere.
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