Serata di luna piena, cosa mi vedo?

Andiamo sul classico: un bell'horror datato, preferibilmente anni 80 e se poi è sui lupi mannari e diretto da John Landis è ancora meglio. Sembrerebbe difficile mettere insieme tutte queste richieste, ma invece una soluzione c'è: "An American Werewolf In London", il film giusto per una notte di luna piena. Dal titolo potrebbe sembrare o un film horror di serie B degno di una terza serata su rete 4, oppure un film horror-demenziale, la seconda ipotesi è forse la più accreditata, anche se precisamente è un film in bilico tra horror e commedia in cui non mancano né le scene sanguinolente (vinse l'oscar per il miglior trucco grazie a quel geniaccio di Rick Baker) né la solita storia d'amore condita da situazioni ironiche e improbabili ma che strapperanno più di una risata.

Ok si parte col film, apre i titoli di testa la vecchissima "Blue Moon"(non a caso) mentre si inquadrano i paesaggi tetri delle brughiere inglesi, due ragazzi (David Naughton e Griffin Dunne) attraversando zaino in spalla queste lande desolate si imbattono in un pub dal nome "L'agnello macellato", dove incontrano i tipi più strani e loschi che possano esistere. Continuando il loro cammino incuranti di avvertimenti come "rimanete sulla strada" o "guardatevi dalla luna" i due odono degli ululati, tentano di scappare ma vengono assaliti da un grosso animale non identificato: Jack muore mentre David rimane ferito e portatore di una cruda eredità.

Pur avvalendosi degli stereotipi del genere horror, Landis riesce a fare ironia, basti guardare i personaggi: dagli scorbutici figuri del pub, alla dolce infermiera (Jenny Agutter), a Jack in sembianze di zombie sempre più decomposto che incita David al suicidio, fino al vero pezzo forte del film ovvero la trasformazione in licantropo mostrata in tutta la sua crudezza.

Come ogni horror che si rispetti le atmosfere e i paesaggi devono creare quel senso di smarrimento e di terrore e qui le riprese nella brughiera di  notte sono un vero spettacolo per gli occhi e contribuiscono a creare il clima giusto. Nell'anno in cui Londra fa da cornice al matrimonio tra Carlo e Diana, questo film rivela il lato più oscuro e mistico della capitale, indagando nelle credenze popolari più affascinanti, Landis ci mostra una Londra uggiosa, grigia e ricca di misteri.

L'umorismo nero è un altro grande marchio di fabbrica del regista, basti pensare alla sequenza nello zoo, oppure a quella in metropolitana, perfino gli incubi del protagonista vengono affrontati sempre con un velo di ironia, fino ad arrivare ad un tragico finale che lascerà molti perplessi.

Un piccolo cult movie, per molti sopravvalutato, per altri essenziale, di certo si può dire che questo modo di fare horror oggi non esiste più e nemmeno allora esisteva, un film che si diverte a giocare con i paradossi, in modo intelligente e geniale senza mai stonare, nel complesso una pellicola affascinante che vanta anche grandi interpretazioni, o meglio caratterizzazioni.

Questo è uno di quei film che mostra visibilmente i segni del tempo, ma in questo caso non si tratta di un difetto, ci fa notare come il cinema dello stesso genere si sia evoluto male(anche per colpa dei computer) e per questo acquista valore ogni anno che passa.

Ecco che già scorrono i titoli di coda( accompagnati di nuovo dalla malinconica "Blue Moon"), mentre tolgo il dvd dal lettore mi pare di sentire un ululato provenire da fuori, ma forse è solo "un cane da pastore".

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