Mi sono sempre chiesto come musicista quale sia il confine ultimo, il punto di non ritorno tra sperimentalismo e rumore. Leggendo frasi sparse e mezze recensioni su questo periodo anfetaminico di Lennon le parole più spesso blaterate sono "sperimentale", "avant garde" e "purtroppo poco capito" ed ascoltando "Life With The Lions" ho scoperto il perchè e sono andato oltre.

Comunque.. per chi non lo sapesse piccola lezione di storia: tra il 1968 e il 1969 Beatle John pubblica tre dischi di cosiddetta musica d'avanguardia influenzati dal filone della musica concreta francese dei primi anni cinquanta e dalle opere del compositore italiano Luciano Berio e in particolare di Karlheinz Stochkausen. Il tutto con il prezioso e determinante aiuto di Yoko Ono.

Premessa informativa: non appartengo a quella scuola di pensiero che vede in Yoko Ono l'anima nera, il male concentrato, la puttana che ha rimbambito Lennon e fatto sciogliere i Beatles.. semplicemente perchè ho troppo stima di John Lennon. Premessa chiusa.

Il disco si apre con "Cambridge 1969". L'annuncio è quello di Yoko e c'è poco altro da dire. Lennon è l'addetto al feedback costante, ipnotico mentre Yoko urla e sghignazza per 26 minuti e 30 secondi, l'intera durata della traccia. Ascoltandola sono arrivato alla conclusione che quello è il suono che una vecchia gallina farebbe se potesse infilarsi dei pennarelli su per il culo per cantare come un gallo. Ascoltare per credere.

Andiamo avanti speranzosi. Il secondo brano vede di nuovo protagonista Yoko Ono ed è una composizione sorretta da sole voci. "No Bed For Beatle John" ci dice e in lontananza è possibile sentire Lennon sussurrare una melodia disarmonica. Noia pura. C'è ancora spazio (o strazio) dopo "Baby's Heartbeat", l'episodio più riuscito del disco, per "Two Minutes Silence", a mio modo di vedere inutile dopo la lezione e la provocazione di John Cage, che come il titolo suggerisce consiste in due minuti tondi tondi di silenzio assoluto e "Radio Play" in cui è evidente l'influenza degli esperimenti di Stockhausen.

"Life With The Lions" si conclude con "Song For John" dove Lennon è ad una chitarra "ortodossa" e "Mulberry" traccia bonus intessuta da una chitarra sgraziata e atonale e dal miagolio tendente al piagnisteo della Nostra/Vostra Yoko Ono.

In conclusione questo è un disco per pochi eletti su questa terra. Per i maniaci di Beatle John. Il John anfetaminico.

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