Ambigua la carriera di Ben Stiller: quando molla le briglie, all'insegna della comicità più surreale e libera ("Zoolander", "Dodgeball" ma anche "Tutti pazzi per Mary" ed il primo film della serie "Ti presento..."), è uno dei comici più interessanti degli ultimi decenni, spesso mettendosi a servizio della trama ed agendo come inconsapevole spalla ed ispiratore dei propri colleghi del c.d. "Frat Pack" (Owen e Luke Wilson, Vince Vaughn, Jack Black, Will Ferrell, Steve Carrell); quando cambia registro in film surreali à la "I Tenenbaum" denota versatilità non comune, così come il suo multiforme ingegno lo rende regista apprezzabile, anche se confinato nella routine dei film di genere ("Giovani, carini e disoccupati", "Il rompiscatole"). Devo dire che apprezzo meno le sue interpretazioni in alcuni blockbuster, in cui la sua verve è forse vincolata da soggetti e sceneggiature alquanto rigide ("Starsky & Hutch", "Una notte al museo"), mente mi lasciano perplesso le sua apparizioni in film comico-sentimentali come "...e alla fine arriva Polly", prodotti ben fatti ma di routine, che forse tradiscono la natura irriverente e beffarda del nostro, qui addirittura surclassato dalla splendida prova di Philip Seymour Hoffman.

A prescindere dai giudizi che si vogliano dare sul buon Ben, non vi è dubbio che, nell'attuale panorama cinematografico statunitense, sia uno dei personaggi più interessanti e, nel complesso, meno scontati, opponendosi a star patinate come i vari Brad Pitt e compagnia contante, come pure al giro degli pseudo impegnati con charme alla George Clooney and friends. Ovviamente di Stiller ci si accorgerà solo quando, cinquantenne o giù di lì, deciderà di interpretare da par suo qualche film drammatico, magari sotto la regia di uno Spielberg, di un Soderbergh, vincendo il meritato Oscar riparatore.

Il film che recensisco, costruito attorno al suo personaggio - senza i bravi caratteristi o le comparsate dei soliti amici - non rende il giusto onore al talento di Ben, risultando un prodotto senza infamia e senza lode nonostante la firma dei fratelli Farrelly, già autori di "Tutti pazzi per Mary" e di una serie di film che, alla fine degli anni '90, con protagonisti i vari Jim Carrey, Jack Black et coetera, avevano unito slapstick e volgarità assortite fino a scandalizzare i soliti ben pensanti.

In tale prospettiva, "Lo spaccacuori", non a caso tratto da una commedia di Neil Simon, sembra un tentativo di aggiornare il personaggio di Ben (solito imbranato, insicuro, ma al contempo abbastanza capace di stare al mondo... non certo l'yddisch psicotico del suo correligionario Woody), e la verve dei Farrelly, a tematiche più adulte e ad una comicità più sofisticata, anche se non priva di incursioni nella trivialità più urticante (cfr. appunto la scena della medusa e dei rimedi contro le sue ustioni).

Trama abbastanza piatta e banale, che narra le gesta di un bamboccione incapace di tessere relazioni durature con le donne, talmente superficiale da sposarsi poche settimane dopo aver conosciuto la presunta donna della sua vita (in realtà lontana dall'immagine che si era creato di lei), intessendo durante il viaggio di nozze una relazione platonica con altra donna "ideale", la commedia si sviluppa per luoghi comuni, senza autentiche sorprese, salvo un timido colpo di scena finale che, tuttavia, vira la storia sul farsesco. Si ride talvolta a denti stretti, salvo certe scene in cui la gestualità di Stiller riemerge prepotente, molto spesso ci si annoia, immaginando come andranno a finire i vari capitoletti del film.

Discreta la messa in scena e la location, buona la scelta e la recitazione dei coprotagonisti (su tutti il padre - vero - di Ben, Jerry Stiller), appena passabile la colonna sonora che molto insiste su David Bowie.

Vista l'attuale programmazione nelle sale, è un film che può meritare una visione - senza aspettative ed entusiasmi -, come del resto comprova il buon successo al botteghino. Per il resto, attendiamo le prossime uscite di Ben, sperando che il suo grande avvenire non sia dietro alle spalle. Ma non credo. E' un ragazzo che si farà, anche se ha le spalle strette.

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