Oggi, nel multisala di cui ormai sono un abituè, davano alla stessa ora "The Wrestler" e "Il Dubbio". Visto che di The Wrestler ne parlano tutti bene, ho deciso di fare l'anticonformista, ancora una volta.
New York, anni '60. In una scuola cattolica di una zona del Bronx abitata da immigrati italiani e irlandesi, la direttrice dell'istituto, madre Aloysius sospetta il parroco Flynn, suo superiore, di avere un "interesse" (per dirla pudicamente) per uno dei suoi allievi, ovvero per il primo studente di colore entrato nella scuola, che viene isolato dagli altri e vede il Padre come una figura paterna.
La vicenda gira intorno a questo dubbio sulla natura della relazione che vi è fra i due, con dei picchi di pathos durante i dialoghi che si svolgono verso la fine del film, tra la Direttrice e la madre del ragazzo e tra la direttrice stessa e padre Flynn.
L'obiettivo del film, apparentemente, è di trasmetterci il dubbio di madre Aloysius. Questo intento non è assolutamente arrivato allo spettatore, dato che i sentimenti non sono resi da nessun tipo di introspezione. Non viene adottato in quasi nessun caso (ad eccezione della professoressa della classe dello studente di colore) un Punto di vista interno, ed il dubbio non viene instillato nei nostri pensieri.
Ma questa visione esterna ci offre altre opportunità. Lo scontro di ideologia tra la direttrice, ultraconservatrice, ed il parroco, un progressista, non viene influenzata da un punto di vista preferenziale, e risulta perció ancora più appassionante.
Maryl Streep ritorna al cinema un po' più serio, dopo l'esperienza Abba in "Mamma Mia", con il presonaggio della Direttrice, che impersona perfettamente (come in "Il diavolo veste Prada"..). Philip Seymour Hoffman ha recitato pure lui egregiamente, ma a volte le espressioni della sua faccia non si capisce se siano fatte apposta o se siano il risultato di uno sforzo alla toilette. Amy Adams, la professoressa, è d'altro canto eccezzionale. Riesce a farci sentire i suoi sentimenti e la sua voglia di tirarsi fuori da questa torbida vicenda.
La fotografia mi è piaciuta ma non mi ha convinto: alcune belle inquadrature, ben scelte, ma il resto sono banalità.
La trama lasciava presagire un film rimarcabile, ma quello che è risulato è un film fra tanti, con poche eccellenze e molte mediocrità.
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