Siete un agente governativo, e anche profumatamente pagato, con una buona conoscenza di lingue straniere e un paio di lauree in economia e il vostro lavoro, dopo un'accurata "iniziazione" (leggi: lavaggio del cervello) consisterà in questo: viaggiare per il mondo e aiutare lo Zio Sam a corrompere leader politici, svendere economie e insediare sotto la bandiera della globalizzazione culture millenarie che in una manciata di anni scompariranno di fronte all'imperante "american way of life". Mettete che per anni donne, droga, soldi e potere riusciranno a zittire la vostra coscienza, fino al famoso "bel giorno" in cui vi svegliate, e realizzate di aver collaborato alla peggior cospirazione che la storia umana conosca, e dopo l'inaspettato (e dolorosissimo) risveglio la prima cosa che vi verrà in mente di farà sarà scrivere un autobiografia. 

Così nasce "Confessions of an Economic Hitman", un libro che mi ha causato un'insonnia preoccupante per un bel mesetto. Omar Torrijos, Jamie Roldos, Mossadegh, Saddam, la crisi petrolifera del '74 e il successivo patto d'acciaio tra USA ed emirati arabi, finendo con il crollo delle (tre!) torri a Ground Zero e l'ultima, celeberrima missione di pace in Iraq e Afghanistan, tutto descritto in prima persona nei minimi particolari da un vero protagonista delle suddette vicende, che spiega esattamente cosa significa la parola "neocolonialismo": assassinio, tortura, soldi, puttane, sparizioni, inquinamento, speculazione, e sopratutto, tonnellate, ma dico tonnellate, di bugie, su come centinaia di agenti in tutto il mondo lavorino all'insaputa di tutti per soggiogare intere economie sotto il potere USA, no matter who, no matter what, citerei in particolare un momento nel libro in cui l'autore racconta pari passo la caduta di Panama e del suo eroe, Omar Torrijos, supportato anche dal famoso scrittore Greene, conoscendo di persona entrambi i personaggi e trascrivendo importanti documenti, interviste, rivelazioni.

John Perkins now è un fervente pacifista/ambientalista, sostenitore a man bassa di green economy, energie pulite e acerrimo nemico di tutto ciò per cui ha lavorato e su cui ha guadagnato avidamente per decine e decine di anni, scrivendo libri inchiesta sempre più inquietanti (e sempre meno conosciuti) riguardo a cospirazioni, multinazionali, economia, e occupandosi personalmente della salvaguardia di etnie e culture a rischio estinzione. Alla faccia di chi crede che le cose non possano cambiare, in meglio, perché l'esperienza continua a dirci che al peggio non c'è mai fine.

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