Conoscete Jorge Ben Jor? Noo? Beh, neanche io..., anzi a dire la veritá una manciata di canzoni inevitabilmente le conosco e scommetto che anche voi almeno una (ossia quella) l'avete giá sentita.

E allora come si fá a conoscere un'artista cosí nel 2013? Innanzitutto si digita il nome su di un motore di ricerca, poi si sceglie da quale pagina attingere le informazioni; Jorge Ben, carioca di madre etiope..., blah, blah, blah..., inizio di carriera, blah, blah, blah..., periodo esoterico nei primi settanta, blah, blah, blah... e credo basti per ora. Poi ci si scarica l'intera discografia, anche perché é figo avere un monte di gigabyte di musica nell'hard disk; 32 album dal 1963 al 2004. Infine bisogna decidere da dove cominciare, si puo' iniziare dal primo e procedere in ordine cronologico ma é tedioso, si puó leggere qualche recensione, ma vai tu a fidarti, ormai qualsiasi deficiente puó scrivere e essere pubblicato in rete.  Allora si guardano le copertine che spesso ci aiutano e a volte ci ingannano... wow!! Questa si che é una gran copertina, é l'incisione di Flamel del ´300 e pure colorata, c'é ritratto  Hermes Trismegisto ed é ricca di simbologia alchimica.

É mentre i dubbi sulla scelta svaniscono, ne affiorano altri; come sará che Jorge Ben afronta un tema difficile come l'ermetismo in un album di samba-rock?

I temi riccorrenti nella musica popolare brasiliana sono generalmente leggeri, come il futebol o il carnaval e l´amore che non manca mai in quanto fonte di ispirazione primaria nel cuore degli uomini. Quella serietá impegnata típica del migliore cantautorato italiano manca totalmente, escluindo il periodo dittatoriale dove le condizioni politiche collocano l´artista vero di fronte alla responsabilitá di fornire un'immagine critica della realtá, "l´arte é un martello e non uno specchio" diceva qualcuno.

L'alchimia é una scienza mentale. La pietra filosofale che si dica converta i metalli in oro, in realtá é una rappresentazione di come sia possibile trasformare gli stati mentali, di se stesso e degli altri, secondo i sette principi ermentici, raccolti dai suoi discepoli nel Kibalion, a mio avviso uno dei libri piú affascinanti e importanti del mondo occidentale.

L'alchimia di Jorge Ben si compie invece in un incisione sul vinile nero, distillando canzoni le cui tematiche non hanno nulla a che fare le une con le altre. Un immagine di come potrebbero essere gli alchimisti, una cravatta fiorita che diventa un magico giardino sospeso e rende principi chi la indossa, l'origine cosmica degli uomini secondo le teorie degli dei astronauti, una gnocca che passa tutti i giorni di fronte alla sua finestra perdendonci il sonno, un inno alle cose semplici, una magnolia che arriva a primavera in un'astronave coi sedili di velluto rosa, la testardaggine come arma per le conquiste, il grande guerriero Re Zumbi dos Palmares, uno spiritual per Gesú Cristo, i problemi del fidanzato della vedova, i principi ermetici, e cinque minuti cruciali di un amore.

Musicalmente invece presenta una compattezza indiscutibile; é la chitarra acustica che spinge tutto il resto, o violão brasileiro privo di virtuosismi, secco e ritmico, poi la voce di Jorge Ben, piú seria rispetto agli esordi e che in certi momenti si lascia curiosamente espandere da echi ed altri effetti spaziali che sembrano venire dal dub (ma esisteva il dub nel ´74?), un modo affascinante di intendere la musica popolare brasileira, differente dal tropicalismo baiano, un samba-rock di grande impatto e generoso di sensazioni gradevoli che riescono a sostenere numerosi ascolti anche a un oppositore del rock come me che il pop lo usa e getta (o lo getta e basta).

Rimane viva la sensazione che l´ascolto di questo disco tragga qualche cambiamento al nostro stato mentale, nulla di occulto peró, é semplicemente la magia della musica.

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