Quando otto anni e mezzo fa, ho conosciuto la donna che, tra poco, diventerà mia moglie, parlando del più e del meno per accertare eventuali affinità, le chiesi di esprimere, ovviamente, anche i propri gusti musicali. Giunse la risposta che più temevo e che avrei dovuto accogliere come una profonda coltellata: Gigi D'Alessio! Buio. Anche Jovanotti, Ligabue e gli 883. Un filino di luce.

Oh Madre Incoronata di Sant'Eufemia Barnabita e Martire! No no no bella mia ti devo "sgrezzare" assolutamente. Passi per gli ultimi tre ma Topo Gigio no eh! Inutile dire che furono assolutamente vani i tentativi di indottrinamento con De Andrè o Battiato. Certo che, povera figlia, passare dal tonno all'olio di pullman pescato sulla tangenziale est, alla scaloppina di scottona alla cosacca con tartarini in dormiveglia è impresa assai ardua anche per palati fini. Però, al termine di reiterati assalti posso dire di aver strappato il goal della bandiera con una buona parte del repertorio di De Gregori. Guccini non mi sono neanche azzardato a nominarlo. Mi avrebbe mollato sul minuto.

San Valentino 2011. Il TamarGigio, con il trascorrere degli anni è stato gettato nel più oscuro degli oblii, soprattutto a seguito dell'unione gossippara-extraconiugale con Anna Pompinangelo, cosa che per una ragazza di paese con sani principi è pari alla blasfemia cronica. Che cavolo le regalo? Dopo averle donato l'imponderabile per ogni festa comandata in più di un lustro e mezzo, galeotto fu un articolo su una rivista che acquista e legge con assiduità. Partenza del "Jovanotti Ora Tour" che toccherà Caserta il 29 e il 30 aprile. Azz'! Ritaglio l'articolo per sottrarlo agli occhi della donzella (vai a convincerla che il giornale era uscito difettato alla stampa!), acquisto i biglietti e le preannuncio con una smargiassata pazzesca che il suo regalo glielo porgerò subito ma avrà utilità operativa a fine aprile. Inutile affermare che alla vista del biglietto gli occhi le sono diventati, parafrasando Camilleri, "sparluccicanti".

Partenza alle 17:30 alla volta del Palamaggiò, tempio campano del basket e della Juvecaserta.  Apertura cancelli ore 19:00, inizio spettacolo ore 21:00. Tempo di percorrenza 25' circa se non fosse per quella che io qualifico come "strada digestiva". Nel senso che da Amorosi (BN) a Caiazzo (CE) è un tremendo susseguirsi di curve tortuose che è preferibile percorrere a stomaco vuoto. Poco dopo, da Piana di Monteverna (ancora CE) a Castelmorrone (sempre CE),  la strada e prevalentemente dritta ma costellata di autovelox. Limite 50-70. Arriviamo a destinazione alle 18:20 circa e un bagarino travestito da parcheggiatore, oltre a scipparci 5 euro di sosta chiede se abbiamo bisogno di biglietti. Un po' di fila, apertura in ritardo dei cancelli (tipico) e agguantiamo due posti sulle gradinate alla sinistra del palco. Vista ottima. Palazzetto pieno tra parquet e spalti in meno di mezz'ora. Pubblico prevalentemente under 21 ma non mancano over e famiglie. Manca un'oretta all'inizio e nell'attesa consumiamo mezza baguette a cranio farcita con galbanone e prosciutto. Cotto lei, crudo io.

Non che sia un fervido amante dell'ex dj di Cortona ma devo riconoscere che nel periodo post-coglia, quello che va da "Giovani Jovanotti" in poi, il buon Lorenzo Cherubini ne ha fatta di strada e con risultati sorprendenti. Si apre un varco dalle quinte che mostra uno schermo gigante su cui appare Piero Angela che parla del big-bang. Fumi colorati, raggi laser, luci incontrollate e ingresso suggestivo spuntando da una botola meccanizzata. Megamix.

Il Jova si presenta con un abito, che cambierà spesso, nero, cravatta rossa su camicia bianca e orribili mocassini argento brillantinati. Come è ovvio, a scopo promozionale, snocciola quasi tutte le canzoni dell'ultimo album saltellando come un grillo e divertendo la folla. Canzoni interessanti anche se come troppi artisti, anche Lorenzo è stato implacabilmente travolto da ciò che considero "la fine delle note". Sono anni che, a mio avviso, le note si sono esaurite, terminate, nel senso che essendo state ormai applicate tutte le possibili combinazioni nella composizione di un brano, dubito fortemente che esista ancora la possibilità di inventare qualcosa di nuovo. Adesso per pubblicare qualcosa si è costretti a tornare indietro e cedere allo scopiazzamento di celebri motivi. E con il brano "Ora", che malgrado tutto presenta delle buone liriche, Jovanotti ricalca spudoratamente "Streets of Philadelphia" nella struttura e nella metrica.

Al di là di questa piccola puntualizzazione il concerto procede in maniera scoppiettante, variopinta, con ottimi effetti speciali per me fino ad allora sconosciuti. Interessante l'idea di ghermire il cantante di ragnatele elettriche, apparse ovviamente solo sullo schermo o di fargli apparire la giacca come un groviglio di colori impazziti o meglio ancora registrarlo in diretta mentre assume una posizione di attacco prima e di difesa poi, in maniera da sdoppiarlo sullo schermo come se fossero due Jovanotti a combattere in contemporanea. Naturalmente il delirio lo si tocca con la trascinante "L'ombelico del mondo" che avvolge tutto il pubblico con una carica di ritmo e freschezza davvero eccezionale. Jova ci sa fare e come. Intrattiene e coinvolge, sorprende e appassiona e nel complesso lo si può qualificare come un artista italiano di notevole spessore. Concerto globalmente ottimo se non fosse per alcune gravi pecche del tecnico del suono che nell'equalizzazione ci dà troppo dentro con i bassi ovattando spesso le parole. Ottima la band composta da Riccardo Onori alle chitarre, il fedelissimo Saturnino, Franco Santarnecchi e Christian Rigano alle tastiere, Gareth Brown alla batteria e Leo Di Angilla alle percussioni.

Bello spettacolo davvero. Almeno la mia ragazza ne è rimasta contentissima e questo basta.

Carico i commenti...  con calma