Avete mai avuto un amico immaginario da bambini?

Avete mai avuto la paura angosciante di veder svanire nel nulla vostro figlio?

Sebbene il tema trattato in questo film di Juan Antonio Bayona non sia proprio "originale", la bravura degli attori, specialmente di Belén Rueda, nel ruolo della madre adottiva del piccolo Simon (Roger Prìncep), danno alla storia quel tocco in più del solito "ritorno dall'aldilà" di anime che ancora non hanno varcato la porta e vagano inquiete nel mondo reale.

Laura (Belén Rueda) vive l'infanzia in un orfanotrofio e, dopo essere stata adottata, torna, ormai adulta, proprio in quel luogo, insieme al marito (Fernando Cayo) e al figlio, con l'intento di mettere in piedi una casa/famiglia per bambini bisognosi. Il piccolo ha i suoi amici immaginari e i genitori non danno molto peso, sbagliando, alla cosa, anzi, tentano di assecondare le fantasie di Simon facendo partecipare anche loro alla vita quotidiana.

Un'esplorazione di una caverna in riva alla spiaggia, per gioco, lancia i primi segni dell'inquietante scenario che di lì a poco si ripercuoterà sul destino dei tre personaggi: l'intrusione di una misteriosa assistente sociale, che si rivelerà poi fasulla, il piccolo e misterioso abitante della grotta che inizia a tormentare Simon, la sparizione nel nulla del bambino durante l'inaugurazione dela casa/famiglia, la disperata ricerca dei genitori, il contatto con l'aldilà e misteriose rivelazioni che, unite pezzo a pezzo, svelano il segreto di chi popola impalpabilmente l'ex orfanotrofio, la macabra scoperta, il finale atipico..

Parecchi brividi corrono sulla schiena durante questa visione, niente splatter se non in un unico caso, ma giochi di psicologia e tetri scenari sono il piatto forte del film, a cui si unisce il cameo della macabra interpretazione di Geraldine Chaplin, nel ruolo di una medium dalla magrezza impressionante, che getta le basi per la soluzione del mistero sulla scomparsa di Simon.

Il delirio ragionato di una  madre che vede svanire il figlio, la sua ferma convinzione di non sfociare nel mare della follia e che il bambino sia ancora vivo e prigioniero dei suoi piccoli amici spettrali in un mondo parallelo, l'abbandono graduale da parte di chi le sta accanto, l'angoscia continua tengono in sospeso lo spettatore fino alle battute finali, per poi rilassarsi finalmente nella scena conclusiva, sebbene non proprio in linea con il resto del lavoro di Bayona, ma comunque gradevole.

La produzione è affidata a Guillermo del Toro, che avrà la soddisfazione, insieme al regista e al cast, di vedere il suo lavoro candidato agli European Awards e vincitore di ben 6 premi Goya sulle 13 nomination ricevute. Nota di merito per l'ottima fotografia di Óscar Faura e le musiche di Fernando Velázquez (entrambi in nomination agli Awards).

Consigliato a chi predilige l'horror a risvolto psicologico.

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