Un anno dopo l' album DNA uscito nel 1972 si chiude la carriera produttiva dei Jumbo, con il loro ultimo lavoro in studio intitolato Vietato Ai Minori Di 18 Anni? (prima della reunion nel 2001 che ha dato alla luce "Passing By").
Nonostante l' abbandono del batterista Vito Balzano, sostituito da Tullio Granatello, la sostanza non cambia; si può però notare una certa evoluzione a livello compositivo, con momenti musicali più ricercati e avanguardistici, grazie anche alla presenza in studio del maestro Franco Battiato.
Anche i testi, croce e delizia per gli ascoltatori, si caricano di rinnovata vena evocativa mantenendo la loro asprezza, toccando argomenti difficili e impegnativi quali sesso, prostituzione, alcolismo.

Si comincia con "Specchio" dove Alvaro Fella canta delle brevi storielle ognuna delle quali esamina i malesseri derivati dalle esperienze del protagonista (lui?), che sono l'umiliazione, il dolore fisico e quello psicologico. Il tutto sublimato dalle parole che concludono la canzone, mai state così dirette e disinibite (ascoltare per capire). Buona la parte strumentale con la chitarra elettrica in evidenza.
"Come Vorrei Essere Uguale A Te" espone una visione della propria esistenza da parte del cantante, paragonata a quella di un attore in scena sul palcoscenico della vita. Pezzo il cui cantato trasuda amarezza da ogni dove. Chitarra sempre in primo piano e trombe ad esaltarne i riff.
"Il Ritorno Del Signor K" è in sostanza il seguito del pezzo precedente, anche questo molto malinconico. Musicalmente ricco di atmosfera con le tastiere e le chitarre che fanno da tappeto per la voce del Fella.
Segue "Via Larga" che si apre con un pezzo sgangherato condito dal flauto e dalla chitarra, con la batteria che scandisce i ritmi a suon di rullate. Dei cori ci portano poi alla parte della canzone più impegnata dove viene raccontata la storia di una prostituta. Qui la capacità evocativa del testo raggiunge i suoi massimi. La musica è pacata, in contrapposizione al testo crudo e forte.
Cambiamo completamente registro con "Gil", dove si può sentire la voce di Battiato tra le registrazioni iniziali che ricorda a qualcuno di girare, probabilmente riferito alla canzone. Pezzo avanguardistico ricco di tamburi e di synth suonati dal nasuto cantautore, che esula musicalmente dal resto del disco, ma il cui testo rimane in linea alle atmosfere delle altre tracce.
Le campane iniziali di "Vangelo?" ci portano a quella che è una provocazione bella e buona, con buoni pezzi strumentali, sia calmi che cattivi.
Viene poi "40 Gradi" in cui il gruppo affronta il problema dell'alcolismo visto da uno che ci è dentro fino al collo, con malessere fisico e psicologico annesso. Molto bello l' intermezzo prima della divagazione psichedelica finale.
Chiude l' album "No!", breve ma rabbiosa contro una società ricca di divieti, in cui il disagio che percorre l'intera opera si sublima in soli 2 minuti scarsi, ma intensi.

Un disco non facile che tratta sfrontatamente argomenti considerati tabù, che per questo venne esulato dal mercato.

Nonostante ciò la band era apprezzata dal vivo e continuò a suonare fino al 1976, partecipando al festival del Parco Lambro e registrando un singolo l'anno prima.

Gruppo da ascoltare, almeno una volta.

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