Non nascondo a nessuno di essermi perso I precedenti "Chapter I, II, III and IV" dei romani  Kaledon per il sol fatto che suonino power metal. In effetti questo disco me lo sono ritrovato tra le mani grazie ad un mio amico patito di power e dragoni e spadoni il cui unico scopo è vivere per il power.

Ovviamente ho storto il naso innanzi all'ennesimo disco power (a dir la verità me ne ha prestati qualcuno tutti, dice lui, da ascoltare con molta attenzione!!). Perché ascoltare l'ennesimo lavoro di una band di power metal? Perché farsi del male? Perché auto torturarsi? Tuttavia non sono uno a cui piace generalizzare, poiché lo stesse generalizzare non è scientifico e non porta da nessuna parte. E, allora, va ben, ho detto, ascoltiamo 'sti Kaledon che hanno un disco dal titolo chilometrico e alquanto idiota, facciamoci pure del male gratuitamente.

Beh, in verità 'sta volta ero troppo prevenuto, vuoi per le varie fregature prese recentemente in ambito power metal, non ultima quella degli ultra valutati Dragonforce che, nelle riviste specializzate di musica, non hanno ricevuto ancora un 3/10 ma solo voti superiori alla sufficienza (per la verità solo ottimi voti).

Ma qui non stiamo parlando di quelle checche dei Dragonforce ma dei Kaledon.

I Kaledon che hanno un signor singer che non canta come un eunuco ma canta come un uomo e già questo è un punto a loro vantaggio. Poi, per ciò che concerne le song del lotto, non sono costruite con la solita formula speed metal a duecentoottanta ma sono canzoni meditate, nel quale viene strizzato l'occhio molto volentieri alle melodie, molto fiabesche in verità, ma mai noiose. Ed ecco che capitoli come "The End Of The Green Power" o le più orchestrate "A New Man" e "Under Again" non risultano affatto banali, né scontate. Orchestrazione, si badi, che non funge da pompa magna come nei classici dischi di symphonic-power (chiamatelo come cazzo vi pare, tanto per me sempre power è) ma da accompagnamento ai cori, il che rende tutto, appunto, davvero interessante. Una song come "Mozul", poi, ti spiazza poiché costruita su ottimi mid tempos e nella quale i Kaledon stessi riescono a superarsi e a produrre melodie epiche e suggestive. Non mancano i pezzi lenti e le ballatone come in ogni disco di power metal che si rispetti ma sono ballate non troppo zuccherose e mielose, diciamo... zuccherate al punto giusto, tali da rendere solo più intelligente la costruzione del lavoro tutto.

L'album si conclude con una "Return To Kaledon" costruita con un bel muro sonoro epico, con cori solenni e assoli funambolici. Molto bene, infine, la sezione ritmica e il batterista che da il meglio di se.

Che dire.... Se siete strapieni delle solite panzanate power metal, forse i Kaledon con questo loro lavoro, riusciranno a farvi resuscitare un po'.

Dinamico e coinvolgente.

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