Chiedimi chi erano i Kansas... uhm... indubbiamente una delle migliori rock band nello scenario musicale d'oltre oceano dei '70, ma più semplicemente dirò che suonavano una musica tecnica, ma di facile ascolto. Insomma i Kansas li metto su quando mi va di ascoltare musica buona senza impegnare troppo l'orecchio.

Musica del genere è difficile da trovare, e i primi 4 o 5 dischi di questa band, ossia prima che si spostassero verso un AOR ricercatore di hit, ne sono un ottimo esempio. Caratterizzati da quell'allegria tipica della musica degli Yes, i Kansas sono stati spesso etichettati come chitarroni sguaiati americani, ma per me questa è tutt'altro che una critica, anzi...

Gli elementi tipici del rock progressivo c'erano tutti, tecnica, suite, cambi di tempo, contaminazione di altri generi, soltanto quelle atmosfere lente e meditative erano estranee al loro porsi. Questo "Song For America" del 1975 è uno dei loro più illustri lavori, che trovò le classifiche con la ballata omonima, nonostante i suoi 10 minuti.

Degne di nota le altre due suite, "Lamplight Symphony" e "Incomudro - Hymn To The Atman" (che riprende nel tema iniziale la "Peaches in Regalia" di Zappa), mai stancanti e fluide nella loro lunghezza. I tre restanti brani, più corti, sono dei deliziosi cammei che vanno a incastonarsi meravigliosamente in questo gioiellino di disco. La voce maestosa di Steve Walsh è come un marchio di fabbrica, sa essere epica e toccante come pochi, e si integra perfettamente alla miscela sonora della band; infine i testi, che non sono mai pretenziosi, e non può essere che un bene.

Niente di eccezionale, ma senza dubbio musica per tutte le orecchie, dai "non esigenti" ai più pignoli. Musica da ascoltare durante un viaggio in auto, ecco chi erano i Kansas.

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