Se nelle vostre scorribande notturne vi capita di abbordare una diafana biondina che vi parla dell'immortalità delle stelle (e della sua) ed ha fretta di tornare a casa prima che sorga l'alba , cominciate a preoccuparvi perchè potrebbe essere un... accidenti! mi rendo conto che in tutto il film questa parola non è mai pronunciata, eppure è così, questa ragazza è un vampiro e se le permettete di addentarvi il collo, senza che vi prosciughi totalmente, la vostra vita cambierà.

Caleb è un bravo cowboy dei nostri giorni che commette l'errore di innamorarsi e sarà costretto a lasciare la sua famiglia per entrare a far parte di una nuova e molto strana, quasi punk. Il "babbo" Jessie e la "mamma" Diamondback vivono la condizione di non-morti dai tempi della guerra di secessione, lo "zio" Severen è uno psicotico violento sempre assetato di sangue, il "fratellino" Homer è stato vampirizzato da bambino e tale è rimasto. E poi c'è lei, Mae, una biondina dagli occhi dolci che farebbero innamorare chiunque. Cinque esseri che viaggiano su e giù per l'Oklahoma in un camper con i vetri schermati per non far entrare i raggi del sole, costretti a fermarsi in autorimesse e motel di giorno per poi uscire a fare stragi di notte in cerca della "roba rossa".

Ma Caleb è un bravo ragazzo, non riesce a fare vittime nonostante abbia necessità di bere il prezioso siero per sopravvivere, un "vizio" appreso che riesce a soddisfare solo grazie all'amore del suo spacciatore personale, Mae, che ogni sera apre le vene del proprio braccio per nutrire il suo ragazzo. Che è sempre combattuto tra l'amore diverso in una condizione mostruosa e la normalità della vita familiare di essere umano.

Al suo debutto Katheryn Bigelow dirige un film con i controcazzi che a tutt'oggi rimane il suo migliore. E' un film moderno che tratta, usando un tema antico come quello del vampiro, dell'amore e dei rischi dell'amore stesso. La metafora del sangue infettato dal morso riconduce al dramma dell'AIDS, la moderna peste trasmessa con il rapporto sessuale o con la siringa infetta.

A tale proposito ci sono due scene emblematiche. La prima quando Caleb appena infettato fugge dal camper per cercare di tornare a casa trascinandosi tra mille dolori fino alla stazione degli autobus, là come un comune drogato con gli occhi semichiusi e la bava alla bocca deve elemosinare i dollari necessari per pagarsi il biglietto. L'altra quando, nel parcheggio reso verde e blu dalla fotografia notturna che caratterizza tutto il film, un esausto Caleb incapace di ammazzare è costretto ad accettare l'offerta di Mae e in ginocchio le succhia avidamente il braccio fino ad una sorta di orgasmo di entrambi contrappuntato dall'oscura colonna sonora dei tedeschi Tangerine Dream.

La Bigelow si rivela degna consorte di James Cameron nell'utilizzare gli attori (come Adrian Pasdar, Lance Henriksen e Bill Paxton, tutti non di primo piano ma bravissimi) nelle scene di violenza. Tra queste è drammatica e allo stesso tempo ironica quella dove l'intera famiglia di vampiri irrompe in un bar sperduto ai lati della statale terrorizzando i bikers e i camionisti al ritmo del juke box che suona la strascicata versione di "Fever" eseguita dai leggendari e altrettanto mostruosi Cramps (...Tarantino e Rodriguez ecco un'altro vostro "furto"!). Ma è suggestiva anche quella dove, chiusa nel buio del bungalow, la " famigliola" di vampiri è accerchiata dalla polizia che spara riducendo ad un colabrodo le sottili pareti dai cui fori filtrano i raggi del sole che bruciano la loro pelle.

Alla fine, come ci ha insegnato mastro Scorsere nella sua versione di "Dracula", è sempre l'amore a trionfare, ma la Bigelow non userà mai più happy ends. Qui fa bene, perché a volte in questo mondo di merda abbiamo bisogno di speranza.

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