Era un pò di tempo che non scrivevo recensioni e ora dopo poco piu di un mese mi ritrovo qui davanti al monitor del mio PC a recensire un disco che ho acquistato l'altroieri di uno dei piu' grandi geni musicali che la musica moderna abbia mai avuto: Keith Emerson.

Il disco in questione è "Inferno", la colonna sonora dell'omonimo film di Dario Argento. Le musiche ovviamente sono scritte da Emerson e arrangiate da lui stesso e Godfrey Salmon. Ora vorrei dire una cosa: non sto gridando al capolavoro assoluto, ma sono entusiasta di dare 5 a questo disco solo per le emozioni e le atmosfere che io stesso ho provato e percepito durante l'ascolto. Si parte (come in tutte le O.S.T.) con il tema principale del film, molto rincorrente in diverse forme durante la pellicola.

Il titolo potrebbe lasciarci presagire ad un pezzo dalle atmosfere terrificanti e maligne, invece fin dall'inizio si riveleranno contrarie facendoci entrare nella leggera e dolce melodia del pianoforte, lasciandoci poi cullare dall'orchestra che poco dopo un inalzare di note ci lascia con i brividi nel corpo. Segue "Rose's Into The Cellar", musica che fà da sottofondo alla protagonista mentre "passeggia" nei sotteranei in cerca di una chiave misteriosa. Il brano rievoca a tratti il tema iniziale, con modulazioni da parte del piano e dell'orchestra. "Taxi Ride (Rome)" descrive una corsa in Taxi. L'intro è in classico stile Emerson, un vortice di note di piano fanno da sfondo al sintetizzatore melodico allo stesso tempo ritmicamente sostenuto. L'intero brano è totalmente al controllo di Keith. "The Library" pezzo di 59sec interamente suonato all'organo, ricorda l'intro di "America", cover/brano suonato dai Nice, primo storico gruppo di cui faceva parte il nostro tastierista. "Sarah In The Library Vaults" è totalmente un brano orchestrale anch'esso di breve durata. "Bookbinder's delight" ci descrive un incontro della co-protagonista (interpretata dalla celebre attrice nostrana Eleonora Giorgi) con un personaggio dal volto non visibile che cerca di ucciderla. L'intro è caraterizzato dal piano "botta-risposta", che poi si lascia andare in un inquietante e carico giro di note in puro stile emersoniano.

"Rose Leaves The Apartment" è un "incrocio" fra il tema principale e il secondo brano (per intenderci, quello del sotterraneo). A caratterizzare di piu' questo settimo brano è la parte finale, in cui il nostro "pianista pazzo" vuole farci crescere la suspense suonando minacciosamente le note gravi del suo piano e dando sfogo all'orchestra, fino questo momento rimasta una grigia sfumatura da fondo per il pianoforte. Ora viene un delle parti piu' interessanti, oserei dire geniali nel vero senso della parola. Sto parlando dell'ottava traccia di questo disco, "Rose Gets It". Il brano inizia con dei canti che ricordano la lirica, inizialmente femminili, poi di un' ottava piu' alta maschili (il tutto è di forte impatto emotivo), questi sono gli elementi trainanti di tutta la composizione. Il pezzo fà da interprete alla scena in cui la protagonista si trova sola nel buio e che sta per essere uccisa. Nel momento in cui sta accadendo "l'inevitabile", l'orchestra fà la sua comparsa lasciandoci a bocca aperta per la sua mastodontica quanto geniale entrata nel contesto della scena e nell'arrangiamento della composizione. "Elisa's Story" non è che la ripresa del tema iniziale con qualche modulazione e suonata non piu' dal piano ma dal sintetizzatore, restando sempre una melodia dolce e sognante. "A Cat Attic Attack" è un'altra modulazione del tema del sotteraneo, ma che questa volta precede la morte del vecchio alchimista (non ricordo chi fosse veramente questo personaggio, ma fatto stà che poi anch'esso verrà ucciso...). "Kazanian's Tantarella" è quello che dicevo poco fà, la morte di questo vecchio che ora ricordo essere anche disabile. La musica descrive l'uomo immobile in valia di numerosissimi topi (per la precisioine ratti!!!!) che lo mordono. Il modo in cui Keith suona il piano ricorda i tempi andati con Lake e Palmer, riportandoci alla struttura tonale di "Endless Enigma" dall'album "Trilogy". Questi "nervosismi" del pianoforte sono alternati da leggere sfumature d'orchestra, che pian piano si fà alta aggiungendo anche fugaci percussioni, infine passando in prima linea al posto del pianoforte, ora diventato sfumatura, ma poi subito ridiventare di nuovo protagonista, il tutto è condito dal geniale quanto inconfondibile stile di Emerson.
Quanto descritto finora è quello che fà da sfondo all'agonia dell'uomo, sempre piu' impotente a cercare di salvarsi dai topi. Dopo vari richiami d'aiuto, pare finalmente che qualcuno si presti a salvare il povero disabile, ma nel momento in cui la persona si avvicina a quest'ultimo, estrae una mannaia e lo colpisce fino alla morte, è chiaro che nell' intera scena la musica che l'accompagna si fà piu' tesa, ma nel preciso instante in cui la vittima viene colpita, l'orchestra intona note rilassanti, con ariose decorazioni di pianoforte, il chè ci rende partecipi della liberazione alla pesante sofferenza dell'individuo. "Mark's Discovery" è l'ennesima modulazione del tema iniziale.

"Mater Tenebrarum", un altro brano geniale. Il pezzo in questione è l'unico a presentare una lirica, ma non saprei specificare in che lingua è scritta, all'apparenza sembra quella usata dagli stregoni. L'unica cosa che sono riuscito ad apprendere è che si sta parlando delle tre madri (elementi fondamentali per la trama del film): Suspirarum, Lacrimarum e Tenebrarum, quest'ultima la piu' perfida e che come è già evidente da il titolo alla composizione. Il brano è il piu' energico ed entusiasmante di tutta la colonna sonora della pellicola, in una sola parola un capolavoro. Fin dall' inizio si presenta con un ritmica dettata dall'organo, sostenuta in tutta la durata del pezzo, mentre i primo piano figurano i cori da "giudizio universale". Nella parte centrale, il brano pare riposarsi per qualche secondo, dando all'oragno l'oppurtunità di scandire l'armonia d'accompagnamento al coro, rimasto sempre energico. Finita la parte riposata ecco ricominciare dall'inizio. Da segnalare la parte finale in cui i cori e l'organo si alternano in fugaci "duetti".

Siamo arrivati al termine con "Finale" e "Cigarettes, Ices , etc." Il primo rappresenta la fuga di Mark (fratello della protaonista) dall'Hotel in fiamme per merito della piu' cattiva delle tre madri e il secondo personalmente non ho fatto caso se fosse nel film. Inoltre quest'ultimo è davvero un brano particolare che si discosta per via dell'arrangiamento dalle precedenti composizioni. Ad aprire il solito piano "teso" a la Emerson, subito dopo appre l'elemento contraddistente, il basso "sleppato" tipico del Funk fine anni '70 e inizio '80 accompagnato da un batteria ben marcata, il tutto decorato dalla "spigolosa" melodia dell'orchestra. Interessanti sono anche i fugaci interventi virtuosistici di pianoforte durante lo scorrere del brano. Se mi sono divulgato un pò troppo è perchè non sono riuscito a trovare altri modi per descrivere questo disco. Ho cercato in pieno di entrare nel valore artistico/compositivo della colonna sonora, perchè spesso ho sentito dire che Keith Emerson non è un completo artista per il fatto di dare piu' risalto al "virtousismo fine a se stesso" che alla composizione, bè signori e signore questo disco è la prova che Emerson è un artista completo a tutti gli effetti.

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