Toh, il buon vecchio Keef si decide, dopo 23 anni insieme agli inseparabili X - Pensive Winos, di tirare fuori un disco. Sui giornali si susseguono le interviste e lui giogioneggia sempre, ride mentre si passa fra le dita la sua Marlboro "Sgt Pepper? Una merda" oppure "Si, mi faccio una canna di maria al giorno..e allora?". Un uomo che non ha padroni, che esprime quello che pensa libero da condizionamenti, che non deve bussare alle porte di produttori panzoni perchè ha fatto del rock'n'roll una ragione di vita. Nella sua ormai celebre auto biografia "Life" si è tolto molti sassolini dalla scarpa in una sorta di confessione-liberazione sul suo rapporto con le droghe, tanto controverso e tanto caro ai tabloid blasonati, sul suo amore odio per sua maet Jagger e tanto altro. E questo gigante della musica lo ritroviamo con lo stesso sorriso sornione sulla copertina di "Crosseyed heart". Con queste premesse ti aspetti davvero l'album di un tuo amico che è tornato a suoanare con la voglia di farlo, di presentare tutti i gioielli di famiglia, dai suoi riff inimitabili (Amnesia, Trouble, Nothing on me), alle ballate a una luna ubriaca( Robbed Blind, Goodnight Irene), dall'amore incondizionato per il blues rurale povero di mezzi ma autentico (Crossyed Heart) alle devozioni reggae (Love Overdue). Si sente nelle tracce che c'è della pasta buona, del sentimento e non facili soluzioni prevedibili e già sentite, non produzioni importanti ma la volgia di entrare in studio, imbracciare la chitarra e accendere l'ampli.Qua e là c'è della raffinatezza come fra le note di "Suspicious" e "Illusion" col supporto prezioso di Norah Jones come a dire che gratta gratta dietro quel cuore ruvido e quella voce cavernicola ci sono ancora meraviglie vere.In "Blues in the morning" riascoltiamo il sax di Bobby Keys in uno delle sue ultime performance, un altro tassello della carriera di Keef che se ne va, non solo un leggendario collaboratore ma un amico fraterno.Con Keef è rispaputo che non si gira tanto intorno, si va dritti al succo.Poche note sbilenche e lui è sempre lì a farsi beffe di anni dove noi non abbiamo ancora capito dove cazzo siamo finiti. E allora ascoltiamo questo disco con la consapevolezza che di Keith Richards forse non ne nasceranno più.

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