"Avevamo avanzato diversi pezzi inizialmente scritti per "Röd" ed abbiam voluto registrarli mentre erano ancora freschi" dice Joakim Berg, voce e principale songwriter dei Kent, all'uscita di questo "En Plats I Solen" a soli 9 mesi di distanza dal precedente album in studio.
Il disco viene pubblicato alla fine di Giugno 2010 e darà il via ad una tournè estiva del gruppo che si svolgerà principalmente durante i festival musicali scandiavi. E' un album di scarti di "Röd", e si sente; non tanto nella qualità delle 10 canzoni che ne fanno parte, ma negli arrangiamenti che paiono assai frettolosi e desiderosi di arrivare ad una forma compiuta nel più breve tempo possibile. Il disco è stato registrato durante il tour invernale che ha portato il gruppo in giro per il Nord Europa e la voglia di arrivare presto ad un prodotto finito purtroppo ha influito negativamente sulla sua riuscita finale, anche se rimane comunque un disco di buona qualità seppur nettamente inferiore a molti altri precedenti.
Per capire questo basta ascoltare la numero 10: una cosa che i Kent son sempre riusciti a fare splendidamente è concepire la traccia conclusiva di un disco, spesso risultava essere la cosa migliore di tutto il lavoro prodotto. Qui si sente chiaramente che la triste "Passagerare" poteva benissimo seguire questa tendenza ed invece risulta quasi tagliata, mutilata di una coda finale malinconica che ci sarebbe stata tutta ma che invece non c'è. Ciò nonostante rimane un buon pezzo e il disco, pur dovendosi considerare un'appendìce del colosso "Röd", di pezzi meritevoli ne è pieno: "Gamla Ullevi" e "Skisser för sommaren", pubblicati assieme sullo stesso singolo, hanno il compito di annunciare alle masse scandinave che i Kent sono tornati a sorpresa, così in fretta, e svolgono discretamente il loro compito fornendo il biglietto da visita di quello che si preannuncia un album molto più solare e leggero rispetto alle atmosfere dense ed elaborate del suo predecessore. I testi hanno sempre rappresentato lo scoglio più difficile da superare nell'avvicinarsi alla musica della band, in quanto o si conosce lo svedese o ci si affida a delle traduzioni trovate qua e là. Superato questo scoglio, comunque, si nota subito che anche da questo punto di vista il disco si presenta molto meno impegnato del solito: la mente di Joakim Berg non è mai semplice, ma alcuni pezzi di quest'opera si discostano notevolmente dalle composizioni contorte e criptiche di alcuni lavori precedenti ("Gamla Ullevi" dice sostanzialmente "penso a te" per buona parte della canzone, "Skisser för sommaren" fa la stessa cosa con "dillo ancora, lalala").
Anche in questo contesto comunque i Kent riescono ad esibire il loro principale lato triste, malinconico, il loro velo grigio sul mondo e lo infilano proprio ovunque, come ad esempio in "Team Building", uno degli episodi più interessanti, dove Berg si muove su un arrangiamento che trasmette ansia. "Ismael" è probabilmente l'unico pezzo che avrebbe potuto apparire su "Röd" senza sfigurare, la cosa meglio riuscita di tutto il disco, pubblicato anch'esso su singolo assieme a "Varje gång du möter min blick", più sobria e delicata.
Lo stile è sempre quello elettro-rock che caratterizza l'ultimo periodo della band ma in questo caso si avverte nettamente la mancanza di una produzione massiccia alle spalle, la fretta è cattiva consigliera ma quando si tratta dei Kent comunque si seguano i brutti consigli si finisce sempre in un posto al sole.
Elenco e tracce
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