LE GUERRE -e il terrorismo in primis-ANCHE E SPECIALMENTE A NATALE, CI HANNO FRANTUMATO I COGLIONI....migliaia di morti innocenti, interi popoli e civiltà distrutti, deportazioni di massa da Libano e Siria, LA sistematica creazione -ad opera di superpotenze, industrie belliche e lobby finanziarie e petrolifere- di repubbliche fantocce dove l'odio ha prodotto altro odio...ma non dimentichiamoci anche del tracollo che ha [ed ha avuto] la propria Repubblica nel frattempo, ove per opinione diffusa, ovenues letterarie dal mondo arabo e persiano sono considerate fermaporta al pari di agendini datati...ED ANDRO' DUNQUE A ANALIZZARE UN QUALCOSA CHE RENDA GIUSTIZIA A QUEST'ARS NOVA sviluppatasi nel MEDIO ORIENTE: KITE RUNNER aka IL CACCIATORE DI AQUILONI, best seller internazionale molto coinvolgente di Khaled Hosseini del 2003, con personaggi che si imprimono bene nella mente, e affronta temi sociali evergreen in una ambientazione tanto affascinante quanto drammatica come l’Afghanistan degli ultimi tempi. Nell'alone di tragedia imminente c'è spazio per la seguente felice combinazione: i valori su cui l’uomo si interroga (il coraggio, la fedeltà, il tradimento, l’amicizia, la colpa, la famiglia) interpretati in un contesto "lontano" quanto basta per poter offrir a noi occidentali un viaggio in una civiltà diversa e affascinante, ma altresì psicologicamente "vicino" e presente nella vita sociale europea, si pensi a Charlie Hebdo, l'Aeroporto di Bruxelles, il lungomare di Nizza, la Stazione di Berlino [financo l'arresto del responsabile assassino, da poco sorpreso alle porte di Milano] .
Nel Libro in analisi,sebbene alcune banalizzazioni dovute ad un difetto storiografico o a un eccesso di mestiere,il narratore stigmatizza il “cattivo” che fin da piccolo ammira Hitler e poi diventa un capo taliban (nascondendo i suoi freddi occhi azzurri dietro OcchialiLennoniani) farebbe sorridere, ma non è da escludere lo stupore collettivo per l'iconicità donataci dall'immagine qui fotografata! Alcune frasi dei soldati del male, inoltre evocano passaggi celebri di pellicole “western”.
E' discutibile l'attualizzazione della figura del padre Baba-aghà nel lontano 1975 auspicava che il suo Paese non potesse mai essere governato in futuro dai mullah: netta affermazione di sicura presa su noi occidentali, abituati per anni a considerare la barba di Bin Laden come l’autentica bandiera dell’Afghanistan.
Lo sturm und drang che disegna le vicende di Amir, di Hassan, di Ali e dello stesso Baba prima e dopo la grande rivelazione, con grande trepidazione, fa provare sgomento, angoscia, stupore, meraviglia...e capitolo dopo capitolo il lato struggente delle vite dei protagonisti emerge dal torpore ridando luce a lanterne emotive prossime allo spegnimento....porcazzoide!
Khaled Hosseini utilizza a ben vedere temi alleggeriti nel retablo complessivo, sottilizzando i loro angoli per caratterizzare i personaggi che li attraversano, conferendo loro, de facto, poche sfumature: quando compare una contraddizione dentro uno di loro, tutta la storia viene scossa:è il caso della Jadeh Maywand su cui viaggiano l'aghà e il suo sohrab. Sanaubar, a cui viene risparmiata visivamente l'esecuzione [al patibolo] di sua figlia Soraya, è un ritratto di donna tenace e determinata che toglie i sospetti di sessismo mossi al cazzuto scrittore di Kabul !

Aquiloni..su essi vagano le memorie del tempo in tutte le colorazioni esistenti.

CILIEGINA SULLA TORTA:

la cazzuta Isabel Allende lo consiglia...fate voi!

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