2 febbraio 2007, al Transivania Live di Milano è in programma il concerto dei Killswitch Engage, supportati da The Haunted e la new sensation inglese Bring Me The Horizon.
Una buona occasione per vedere gli headliner in sede live dopo il loro nuovo album "As Daylight Dies", gli Haunted che tra non molto faranno un tour tutto loro (che farà tappa anche in Italia), gruppo di tutto rispetto visti anche i precedenti di alcuni membri della band con gli At The Gates e per vedere anche i tanto acclamati giovincelli chiamati Bring Me The Horizon.
Arrivo davanti al Transilvania verso le 19:30, per il meet&greet che ha organizzato la Roadrunner con i KSE, incontro che avviene verso le 20:15. Conosciuti personalmente i KSE si sono rivelati simpatici ma allo stesso tempo direi timidi, soprattutto Howard (singer). Assente giustificato Adam Dutkiewicz di recente operato alla schiena, sostituito nel proseguire del tour da Pete Wichers (ex Soilwork).
Finiti i convenevoli di rito, entro nel locale che pian piano si va riempiendo e verso le 21:15 salgono sul palco i Bring Me The Horizon forti del loro debut album "Count Your Blessing". Cinque teenager di non più di 20 anni che sfoderano un death-black metal suonato in modo notevole per dei ragazzi così giovani, anche se alla lunga i pezzi si rivalano molto simili.
Il singer sfoggia una voce molto potente ma nei growl tipicamente black ho qualche dubbio che fosse davvero lui a cantare e non una voce campionata.

Alle 22:00 in punto calcano il palco gli Haunted, accolti molto bene dal pubblico. Una prova direi ineccepibile, grande precisione e tecnica con pezzi presi soprattutto dall'ultimo lavoro in studio "The Dead Eye". Da ricordare il simpatico siparietto del singer che parla di ragazzi, ragazze e l'uso del preservativo. Il locale è ormai gremito e la conclusione della prova degli Haunted viene salutata da molti applausi.

Cambio di palco, sound-check e alle 23:10 fanno il loro ingresso i protagonisiti più attesi della serata, i Killswitch Engage, tra il delirio dei presenti.
Apertura affidata a "Bid Farewell" a cui seguono (non proprio in ordine cronologico): "Fixation On The Darkness", "As Daylight Dies", "When Darkness Falls", "Life To Lifeless", "My Curse", "Breathe Life", "Unbroken", "Rose of Sharyn", "This Is Absolution", "The End Of Heatache", "This Fire Burns" e la chiusura con "My Last Serenade".
Pezzi dunque presi da tutti gli album (tralasciando il primo omonimo). I KSE si sono presentati in forma, anche se qualche aspetto scenografico maggiore non avrebbe stonato, come per esempio il classico telone dietro al palco con il nome della band e qualche effetto di luci in più. A parte questo la prova della band è stata praticamente perfetta, pezzi eseguiti con precisione chirurgica e suoni puliti. Mike D'Antonio (basso) è stato in haedbanging dall'inizio alla fine con una tecnica nel maneggiare il basso invidiabile, Pete Wichers (chitarra) si cala perfettamente nella parte che gli spetta anche se un "esterno" e suona ogni nota alla perfezione, Justin Foley è davvero impressionante perchè utilizzando una batteria, a mio avviso molto ridotta, riesce a tirare fuori ritmi sbalorditivi, Joel Stroetzel (chitarra) come il suo collega di strumento non sbaglia nulla anche se appare un pò distaccato e Howard Jones si dimostra un ottimo frontman che riesce a coinvolgere e a far cantare tutto il pubblico nei ritornelli.
Da ricordare "The End Of Heartache", davvero tutti i presenti hanno intonato la canzone con standing ovation finale per la band. Ritornando a parlare di Howard a parte la voce che forse era meno potente di altre occasioni, l'unica critica che gli si può fare è che dovrebbe lasciarsi andare a qualche azzardo in più nel ruolo di interlocutore con il pubblico senza limitarsi a "Make some fuckin' noise", "Are you ready!?", "I wanna hear you" ecc.
A conti fatti una prova matura e precisa, da band di alto livello, che ha ancora qualcosa da migliorare per entrare nell'olimpo del metal, ma continuando così, probabilmente ci arriveranno.

(sic)VII

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