Il primo giorno una ragazza muore con la sua mente svuotata
Forse ha ricordato la verità.
Il secondo giorno una ragazza muore con le sue gambe mutilate.
Forse era arrivata vicino alla verità.
Il terzo giorno una ragazza muore con le orecchie tagliate.
Forse ha sentito la verità.
Il quarto giorno una ragazza muore con la sua lingua strappata via.
Forse ha detto la verità.
Il sesto giorno una ragazza muore con le mani mozzate.
Forse ha scritto la verità.
Il settimo giorno una ragazza morirà...

All'interno delle soffocanti e oppressive mura scolastiche di un liceo femminile coreano vi sono due ragazze (Shin Yeon e Hyo Shin) che si amano, condividono un diario e si sussurrano segreti. Donano vita a quelle pagine vuote, decorandole con scritte dai mille colori, fotografie, caramelle e origami. Confezionano il loro amore come se fosse una scatola di carta. Un diario che cade nelle mani di Min-Ah, ragazzina curiosa e simpatica, che in breve tempo viene a conoscenza di tutti i segreti delle due compagne di classe. Il loro amore è estremo ed enfatizzato: "se una di noi due muore per prima, l'altra dovrà seguirla in un giorno di pioggia". La situazione, inizialmente, si fa divertente, ma c'è qualcosa di più inquietante in questo rapporto adolescenziale lesbico: la tensione tra le due, la relazione di Hyo Shin con il professore, la gelosia di Shin Yeon...

Un giorno Hyo Shin si getta dal tetto della scuola.

Sulla carta sembra un dramma adolescenziale come tanti altri, con qualche (rara) virata horror puramente orientale, ma "Memento Mori" è molto più complesso e struggente di quanto sembra: la storia è ricca di metafore, invenzioni visivo-stilistiche, flashback, poesia ed emozioni. Non è cinema prolisso e vuoto, ma quel tipo di cinema che trasuda sensazioni, difficilissimo da trovare tra i prodotti puramente commerciali e mainstream. Sì, perché, "Memento Mori" non è un film underground, indipendente o d'autore, ma il SEQUEL di un mediocre horror coreano dal titolo "Whispering Corridors", blockbuster di paura che in Oriente è fenomeno di culto.

La struttura thriller-horror del predecessore qui scompare completamente, in favore di un melodramma intenso e dolente: una storia d'amore destinata a tragiche conseguenze.

L'elemento d'orrore (imposto dalla produzione, che esigeva il n.2 di "Whispering Corridors") si risolve in un paio di schock emotivi, ma che non sono collocati nel dramma a casaccio, tanto per accontentare i produttori, ma vengono introdotti con parsimonia e sono fonte dell'orrore mentale di Min-Ah. Orrore nato dal senso di colpa e dal disagio interiore: un orrore nascosto dentro ognuno di noi.


"Memento Mori" è un'opera ferocissima, dove vengono indagati con crudezza i mali dell'uomo (Omofobia, Xenofobia, Ambizione, Gelosia).
Ogni fotogramma è estremamente denso e sublime: la scena del bacio in classe tra le due protagoniste, improvvisa, lunga e passionale è il culmine di un gioiello da recuperare (Le altre comparse non sapevano cosa sarebbe accaduto in quella scena e le reazioni basite e scioccate dei presenti sono, quindi, assolutamente reali).

Ecco, quindi, che le compagne di classe delle due innamorate, non sono altro che esseri incolori e informi, sfrontate ed arroganti, omofobi e xenofobi senza alcun motivo. La scena in cui il fantasma di Hyo-Shin appare nell'aula magna non ne è altro che la prova: le ragazze scappano, si confondono, si aggrappano alle porte di vetro, appiattendosi, fino a divenire un'unica sostanza (l'odio?), con quelle divise tutte uguali, urlanti e piangenti. Ed ecco che, non a caso, Min-Ah (l'unica ad essere comprensiva con le due ragazze) viene travolta dalle ragazze che corrono, fino ad essere quasi calpestata a terra e a rimanere sola e sdraiata sul freddo pavimento. E intanto, scoppia un temporale, la pioggia sbatte sulle vetrate e Shin-Yeon cammina malinconica verso il suo triste destino.

Un film di denuncia diretto, come un pugno allo stomaco, ma al contempo ermetico e seducente. Da vedere assolutamente. Se tutti i film commerciali fossero così...

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