Ormai in giro da parecchio - il loro esordio data 1988 - i King's X, pur acquisendo solidi consensi nell'ambiente musicale, non sono mai usciti da una ristretta cerchia di culto.
Il trio texano è stato fin dall'inizio portavoce di un crossover ante litteram, dove su di una solida base hard rock melodica, con particolare attenzione alle parti vocali di ispirazione beatlesiana, si innestano massiccie dosi di Soul.
Fondamentale allo scopo la presenza tra le fila del trio texano del bassista/vocalista nero Doug Pinnick, iniettore di groove all'interno del propulsore ritmico della band, completata dal batterista Jerry Gaskill e dal sopraffino chitarrista Ty Tabor. Va detto subito che questo Tape Head è un album sicuramente secondario nell'ambito della loro produzione.

Parte con un ottimo esempio di quanto i Kings sanno fare: Groove Machine è il loro benvenuto all'ascoltatore sulla soglia di quanto il titolo promette. Si prosegue con Fade, dove su un solido riff AC/DC si innestano le consuete armonie vocali, e lungo l'album ulteriori colpi ben assestati sono sono Ocean, Little Bit Of Soul e Mr. Evil.
Purtroppo il resto è tanto ineccepibile quanto privo di mordente, un esercizio di stile King's X, sebbene come solo loro possono fare.
In chiusura uno scherzo totalmente inutile - prendiamo così l'improvvisazione live posta alla fine.

Chi li vuole conoscere si procuri il sontuoso "Gretchen Goes To Nebraska" dell'89, e parta da lì: questo, in definitiva, è un album per completisti.

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