Quanto suona acerbo un titolo come Love is Hell? Quanto suona demodé Kitchens of Distinctions come nome di un gruppo? Love is Hell è l'esordio dei Kitchens of Distinctions, uscito nel 1989, ma proprio acerbo non è. È opera di gente che sa benissimo quello che fa e che sa benissimo che il genere che suona non è mai andato proprio di moda ma viene sempre ripescato in qualche revival qua e là. Love is Hell è un piccolo grande disco. Suona un po' immaturo solo in retrospettiva, e solo perché i Kitchens oD raggiungeranno la perfezione solo con il disco successivo, quel Strange Free World che nel suo piccolo è uno dei preferiti di chi scrive.

Questi Kitchens of Distinction chi erano? Uno di quei gruppi che facevano musica rumorosa ma non aggressiva, per esprimere angoscia esistenziale senza essere né arrabbiati né depressoni. Angoscia giovanile, o giovanilista, certo. Ma se la tua angoscia non è giovanile non ti metti a suonare questa roba qua. Cos'hanno di particolare i Kitchens oD? A loro riusciva particolarmente bene suonare malinconici e atmosferici (ma in un modo diverso dai Ride) e avevano alla voce un Patrick Fitzgerald che è bravissimo a cantare come Ian Curtis senza sembrare uno che imita Ian Curtis.

Quindi Love è solo uno Strange più brutto dove le Cucine non avevano ancora messo a punto la loro ricetta (eheh)? Nì. Inutile scomodare termini urticanti come songwriting, inutile fare le pulci su come il sound dell'esordio non raggiunga l'equilibrio formale del loro secondo album. Sapete, quel rock etereo e arioso, che si muove in uno spettro di sfumature che va dal dream pop allo shoegaze. Ditemi voi quando inizia uno e finisce l'altro. Ve l'ho detto che questa è roba che può inserirsi in qualsiasi revival. Se vogliamo trovare un limite a Love is Hell è che non c'è ancora tutta quell'atmosfera che rende Strange Free World così speciale. Chi non capisce cosa intendo per atmosfera non ha che da ascoltarsi il disco.

In compenso, in mancanza di atmosfera, Love is Hell conserva un retrogusto jangle pop che poi i Kitchens tenderanno un po' a perdere. Insomma, è shoegaze che a tratti ricorda gli Smiths, a tratti vira più sul post-punk. Decidete voi se è un difetto.

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