Sono inglesi, questo è il loro primo album, e su di loro ho sentito e letto circa un migliaio di accostamenti, con artisti anche slegati musicalmente tra loro.
Il tutto mi sapeva di rimpastone, o di next big thing del mercato inglese.
Ma i Klint non appartengono esattamente al mainstream britannico, sono poco conosciuti anche in patria. Quindi, convinto ancora una volta dalla copertina interessante, ho compiuto l'ennesima operazione-scatola-chiusa e me lo sono fatto spedire.

Fortunatamente la mia diffidenza si è rarefatta fin dalla traccia #1, "Closer", perché qualsiasi cosa ricordi gli Stone Roses o la Beta Band gira a 1000 sul mio stereo. Colpisce subito quel ritmo felpato, figlio di gente tipo Gomez e Beck, che mi fa battere le mani sul volante mentre guido, ma la maggiore influenza è sicuramente quella con la già citata Beta Band: basta sentire le melodie vocali per accorgersene, fin troppo simili... eppure, sarà che si affacciano più dei loro mentori a uno stile pop, sarà per questo che il risultato ottenuto dai Klint è migliore.

Il miscuglio di generi e di suoni che propongono può far pensare a una grande confusione, ma è soltanto il loro modo di scazzare.
La notizia non è il mix di generi in sé, è il fatto che il tutto funzioni alla grande.
Questi ragazzi (c'è chi dice che in realtà i Klint siano una persona sola, un certo Seba...) hanno voglia di divertirsi, e di divertirci, e si destreggiano molto bene tra le loro stesse note, con una fondamentale dose di scazzo che contraddistingue quei musicisti che non hanno proprio voglia di prendersi sul serio.

Sense of humour dunque, ma anche un lavoro meticoloso di assemblaggio, altrimenti non si spiegherebbe la pulizia del suono.
Ogni tanto episodi punk ("Partykiller"). E non mancano neppure i momenti riflessivi, con qualche strumentale come "Are you there", la quiete poi la tempesta poi la quiete, o la pacifica "Beachbun".
E le ballate di grande efficacia emotiva, come "Olga": chitarra e voce soffusa, non serve nient'altro.

Ognuno riuscirà a trovare qualcosa da ricordare di questo disco. Un disco che fa bene la sua parte sia come sottofondo in macchina, sia come divertissement da camera (in certi frangenti potreste ritrovarvi a muovere il vostro corpo in piedi, sopra al letto). Ma voi fatene pure quel cazzo che ne volete, compreso acquistarlo su mio consiglio, e usarlo come frisbee subito dopo il secondo ascolto....alla prossima.

Elenco e tracce

01   Closer (02:10)

02   Atlantic Spaceham Blues (02:44)

03   Are You There (06:18)

04   The Mess We're In (03:46)

05   Shut It Down (03:55)

06   Makes You Well (02:23)

07   Olga (02:43)

08   Rain Drive (03:22)

09   Partykiller (01:59)

10   Goldfish (03:57)

11   Now You See Me, Now You Don't (02:54)

12   Beachbun (02:42)

13   Today (03:30)

14   Watching TV (02:33)

15   Turn Around (05:13)

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