Breve introduzione da saltare assolutamente.

Negli anni ’70 sul quotidiano La Stampa uscivano delle brevi recensioni di film, dischi o trasmissioni televisive. Le mie recensioni vogliono solamente essere una breve segnalazione anche perché io scrivo male nella nostra lingua e, dopo più di 50 anni di ascolti, condivido su questo sito i miei assolutamente brevi commentini. Perdonatemi.

Loro 3° ma 1° registrato nel loro studio con l'assistenza di Conny Plank, è anche il primo che, dopo le sperimentazioni, suona con lo stile che li caratterizzerà da qui in poi. Giocano con i suoni e ci introducono nel loro mondo fatto di rivoluzione musicale che sa fondere insieme l'elettronica con il movimento krautrock. Le ispirazioni nascono da Stockhausen e dalla scuola dove insegnava Wolfgang Steinecke, ed ancora da Gyorgy Ligeti, John Cage e Terry Riley per non dimenticare Luciano Berio, Bruno Maderna e Pierre Schaeffer, artisti tutti da ascoltare se si vuole entrare nel mondo del rivoluzionario krautrock. Certamente possiamo considerarli tra i più originali dei '70 in terra germanica. Ascolti il disco e ti rendi conto di quanto siano debitori Brian Eno e Pink Floyd ma soprattutto vale la pena di ascoltarlo senza pensare a quel che dopo sapranno fare, immergersi nell'anno di incisione e basta, non pensare all'Ambient che verrà in seguito. Minimalismi ipnotici da abbinare ad immagini paesaggistiche con atmosfere diverse, dai caldi deserti alle lande gelate del nord.

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