La musica elettronica oggi come oggi è un genere molto consistente nell'intera considerazione artistica musicale. A volte le parole non servono, molti contesti rappresentativi e molte emozioni possono essere trasmesse con il solo aiuto della musica, e quindi con una giusta e azzeccata combinazione di sonorità rielaborate artificalmente.

Molto del merito di questa musica và ai Kraftwerk che in un certo senso si potrebbero considerare come gli inventori della musica "computerizzata". Il gruppo che ancora oggi è solo secondo ai Ramstain per la popolarità in Germania, si fonda nel 1970 con l'unione di Ralf Hutter e Florian Schneider, i quali si divertivano già da tempo a giocare con i suoni negli Organisation. Sarà con l'ingresso di Emil Schult, e la crezione del terzo disco: "Ralf & Florian" che alle sperimentazioni sonore verranno aggiunte massicce dosi di elettronica pura. Il gruppo incomincia a piacere e i loro pezzi incominciano a passare sotto tutte le orecchie degli amanti di musica futuristica, l'elettronica mette a scompiglio la musica, certi protestano e insistono dicendo che il computer e le macchine elettroniche non potranno mai farsi valere sugli strumenti musicali classici. Ma i Kraftwerk grazie alla loro musica diventano appassionati dell'elettronica intesa come "materia" soprattutto quando scoprono i suoni sintetizzati prodotti dai pads che ostruiscono e brevettano da loro stessi. Come se non bastasse inseriscono elementi come flauti e chitarre...... è così che ben presto il duetto acquista vari cambi di line-up, fino a raggiungere la sua combinazione storica con l'arrivo del percussionista Karl Bartos. i dischi affrontano tematiche circa il nucleare, le radio, il futuro, la cybernetica e la robotica. Sarà il singolo "Autobahn" del 1975 a far di loro una icona di un genere da tutti gli altri artisti contraddistinto. I Kraftwerk sono stati in grado di dar via a una vastità di generi musicali quale la new wave, new-romantic/synth-pop e dance '80.

Quello che vi propongo è il loro decimo album: "The Mix", del 1991.... sono passati tanti anni, i Kraftwerk sono ormai rivoluzionatori, e ambasciatori della musica digitale, assumono padronanze e iniziativa. E' un ottima raccolta dei loro capolavori compresi tra il 1974 e il 1986, anche se non sono tanto le canzoni ad essere considerate stupende quanto ogni singolo suono di questa musica speciale che tra l'altro per l'occasione è stata qui rielaborata, rimodernizzata e melodicizzata. Vengono aggiunte basi, i pezzi sono allungati, vengono inseriti nuovi suoni spaziali, futuristici, robotici... si ha l'idea di esplorare il futuro in una visione fantascientifica anni 80. SI ha inizio con "The Robots" dal ritmo lento e facile, deliziosamente sostenuto e semplice ma che rende molto l'idea dell'arte robotica che negli anni 70 era sempre al centro di letteratura e cinematografia. si procede con "Computer Love", dove una voce ruvida e robotica interviene su tenui impulsi digitali e basi elettriche, creando un fantastico ritmo psichedelico.

Ottimi gli effetti in "Pocket Calcolator" che ricordano i suoni tipici degli Speaker delle macchine potenziati e fluidificati, una canzone con un ottima base dotata di un ritmo composto da un'ottima sequenza di bassi timbranti e puliti e giochi di sintetizzatore. Il brano parla di calcolatrici tascabili, ed è sorprendente il fatto che la versione originale dell'80 comprendeva suoni di vere calcolatrici e tastiere giocattolo mattel. La fantastica Bee Gees Rhytm Machine. Il brano, proposto occasionalmente anche il lingua italiana ("piccolo Calcolatore") ha una sua versione giapponese, la seguente "Dentaku", migliorata e accessoriata di suoni. Segue "Autobahn", canzone storica anche in ambienti più discotecari, mia preferita e che consiglio a tutti, molto conosciuta anche per antonomasia. i bassi sono ottenuti con l'utilizzo dei sintetizzatori monofonici (Minimoog), e le voci filtrano attraverso i vocoder. Il brano originale è il primo dell'omonimo album e ha una durata di ben ventidue minuti, la versione qui presente di sette minuti è altrettanto godibile. Segue un pezzo storico per la band: "Radioactivity" che in questa occasione ha anche il testo modificato, si parla infatti di "anti-nucleare" anzichè di radio come nel 75. In alcune parti del brano sono utilizzate addiruttra chiavi di lettura del codice morse. Altri capolavori che non possono essere spiegati se non ascoltati sono "Trans europe express" e "home Computer".

Una band che in modo particolare ha segnato la sua presenza nel mondo della musica, un album da scoprire in grado di affascinare e far riflettere.... consigliato.

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