Mio cognato ha una passione viscerale per la musica. Collezionista di nicchia, ha un valore inestimabile in termine di cimeli. Hendrix, Pink Floyd, i primi Genesis, Led Zeppelin. Una ventina d’anni fa, per il compleanno, gli regalai il singolo www.mipiacitu dei Gazosa. Rise, e mi mandò a cercare funghi.

L’incipt per introdurre l’argomento: bambini che si affacciano al mondo della musica. Joseph Jackson, ricorda Michael, addestrò i figli a suon di sberle. Caterina Caselli raccattò i Gazosa in qualche asilo nido, o centro sociale, non lo so. Si ricordano anche il francese Jordi, che nel 1992 a 4 anni spopolò con “Dur dur d’etre babe” spronato dal padre produttore discografico, più recentemente Justin Bieber, macchina da soldi senza precedenti, che s’è fatto tutto sommato da solo, con la benedizione di mamma.

L’artefice del fenomeno Kris Kross, colui che tenne i fili, che dipanò il lavoro in studio, che affinò rime e groove, fu Jermaine Dupri.

Ai tempi, 1992, i ragazzini erano in pre adolescenza, 10/11 anni tipo, lui andava per i 19. Ma sapeva il fatto suo.

Il resto è storia: trainato da ‘Jump’ (dai, sono certo che di tamarri qui ce n’è a iosa. La ricordate, no ?) l’album ‘Totally Krossed Out’ fece breccia per ogni dove.

I due infanti divennero celebrità, proposero un look con i vestiti indossati al contrario, catturarono l’attenzione di Michael Jackson che li volle nel video di ‘Jam’ e ad aprire qualche sua data del tour di ‘Dangerous’.

Dupri sistemò il portafoglio gonfio in saccoccia ma, va detto, strinse anche un rapporto paterno con i due membri, Chris Kelly e Chris Smith.

Per quanto le voci, che sono voci bianche, possano disturbare l’ascoltatore, il disco è accettabile: un rap senza pretese ma confezionato in stile west coast, fronzoli mai oltre il banale, basi pulite, una strizzata d’occhio al pop patinato, missaggio degno.

Seguirono altri singoli gradevoli, ‘Warm It Up’, ‘I Missed The Bus’, ‘It’s A Shame’.

I successivi album, ‘Da Bomb’ (1993) e ‘Rich, Young & Dangerous’ (1996) ebbero minore successo. A scalare verso il basso, potremmo metterla così.

Ma ormai il dado era tratto.

Come spesso accade, la storia ce lo insegna, ritrovarsi ricchi sfondati in età precoce, non sempre è buon viatico.

Smith morì di overdose nel 2013, alla soglia dei trent’anni. Poco prima il duo si era riunito per un tour memorabilia.

L’ex manager lo pianse come un figlio, l’ex compagno come un fratello.

Chi vi scrive, ai tempi quindicenne, comprò il disco e, sull’onda, anche i successivi.

L’ascolto non fu mai assiduo, era una sorta di devozione di superficie. Alla notizia della morte di cui sopra, sentii quell’inevitabile che, se prematuro e da copione, lascia un retrogusto difficile da accettare, perché davvero la vita è costellata di esplosioni, crolli, sepolture, così: con noncuranza.

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