Ricordare la scoperta di questo disco equivale all'ascolto della sua traccia di mezzo, "Wait". Di sicuro non la migliore. La sua semplicità acustica e la sua dolce trama adolescenziale ai limiti della "stalkerizzazione" rappresentano però perfettamente il punto di partenza di chi si è appena imbattuto, in giovane età, in un tesoro da tenere per sè e da inseguire nel tempo per capirlo nelle sue profondità.

Come dice il suo testo: "è una di quelle cose di cui non dirò a nessuno, lo inciderò sul tronco di un albero".

Quando poi parte il piccolo inno della title track il senso di ingenuità punk si avverte a nervi scoperti. Qui, come in ogni altro brano, la voce perennemente rotta di Sarah, mai stata giovane, regala il fascinoso contrasto che ce li faranno amare o odiare.

Lei, al microfono assieme al fratello Gert, verrà ricordata per il successo radiofonico di "Not An Addict". Un pezzo di rock alternativo sulla dipendenza dalla droga o dall'amore (fate voi), sulla scia della più famosa "Zombie" dei Cranberries, che coniuga il verbo di Seattle con il gusto tipicamente anglosassone.

Scavando più a fondo affiorano accenni ai primi Pearl Jam nella coda finale di "A Sound That Only You Can Hear" (la sorella minore di "Not An Addict").

Mentre una manciata di brani acustici rappresentano il lato delicato della band con risultati altalenanti. Pollice verso per "Dad", sufficientemente sentita ma ai limiti dello stucchevole.

Molto meglio "Song For Catherine" e "Only Dreaming", in cui l'elettricità viene gettata a terra, scaricata, con gli archi stavolta a dettare le emozioni.

Poi c'è il resto.

Quattro brani che consegnano i K's Choice all'eternità di una prima fila nello scaffale degli amori musicali.

Le oscure, impenetrabili parole di "White Kite Fauna" sono la perfetta sintesi di un sogno affascinante. Un telaio scarno di batteria e basso su cui appendere le visioni di un bambino. Il risutlato è la creazione di una dolce malinconia, vaga quanto familiare, che ti appartiene e al contempo ti sfugge dalle mani.

Un effetto che prosegue in "Mr Freeze", con l'elettricità delle chitarre che ondeggia nel mare di Dover. E' il momento di ballare sui ricordi di emozioni lontane. Ancora una volta è un senso di dolce smarrimento che ti prende. Lasciarsi andare vuol dire adagiarsi su di esso, fidarsi e farsi trasportare.

Il colpo finale arriva con "To This Day" e "Iron Flower".

La prima lacera l'anima, conquista l'attenzione con un gorgo sonoro parente stretto dei Radiohead di "The Bends". Mette di fronte a delle domande essenziali, lascia senza risposta e scompare.

La seconda è la totalizzazione delle loro potenzialità come gruppo.

Fratello e sorella liquefatti in un unico composto semi-organico fatto di ferro e debole carne. Un gigante post-moderno che barcolla e avanza al ritmo di chitarre compresse, lasciando dietro di sé un effluvio alieno.

Elenco tracce e video

01   Not an Addict (04:48)

02   Song for Catherine (03:02)

03   Mr. Freeze (04:26)

04   To This Day (04:12)

05   Paradise in Me (02:07)

06   A Sound That Only You Can Hear (04:12)

07   My Record Company (03:43)

08   Only Dreaming (03:53)

10   Something’s Wrong (03:45)

11   Old Woman (01:55)

12   Iron Flower (04:35)

13   White Kite Fauna (04:59)

14   Wait (05:06)

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