Ogni anno, nel suo piccolo, la città di Udine ospita il Far East Film Festival, un appuntamento imprescindibile per gli amanti del cinema orientale: si tratta infatti della maggiore rassegna europea dedicata alla settima arte dell'Estremo Oriente, giunta ormai alla sua ventisettesima edizione, iniziata ieri. Una feconda occasione di immergersi in altre culture, di scoprire perle e forse addirittura capolavori sconosciuti a noi occidentali; fu al Far East di due anni fa che vidi Incantation, un horror pesissimo che mesi dopo avrebbe scatenato una challenge sui social a chi resistesse di più durante la visione.

Giustamente, riguardo alle proiezioni della giornata di apertura, le aspettative sono alte; se si tratta poi del film serale, lo sono ancora di più. La scelta del film in questione è ricaduta su Dark Nuns, terzo lungometraggio di Kwon Hyuk-jae, che nella natia Corea del Sud ha sbancato il botteghino e ha trovato nel Festival la sua premiere internazionale. Quando le porte della galleria del teatro si sono aperte, io e la mia amica abbiamo sentito che il film precedente stava ricevendo una vera ovazione, il che, dopo una lunga attesa in piedi, ci faceva ben sperare.

Purtroppo, Dark Nuns si è rivelato un flop.

La trama è tanto semplice quanto carente in originalità: un ragazzino, Hee-joon, è posseduto da un demone e sta a due suore, le dark nuns del titolo, praticare un esorcismo e salvarlo. Sorella Yunia (interpretata da Song Hye-kyo, vera e propria diva in Corea) prende subito molto a cuore la faccenda, e riesce a coinvolgere la più esitante suor Michaela (Jeon Yeo-been), alle dipendenze, quest'ultima, di Padre Paolo, un prete-dottore che non crede alle possessioni e ritiene che Hee-joon abbia "solo" un grave disturbo psichico. L'esorcismo si rivela un'operazione molto ardua e complessa, e le due suore cattoliche coinvolgeranno anche alcuni sciamani nel tentativo di salvare il ragazzino da morte certa.

A me è parso evidente quanto Dark Nuns sia davvero privo di idee, e le poche che ci sono vengono sfruttate male; la tentata fusione tra cattolicesimo e tradizione magica e sciamanica, seppur interessante, non porta a risultati di rilievo, e la sensazione è che la pellicola non abbia veramente nulla da dire. Per essere un presunto horror ci sono tante - troppe - scene di tono drammatico, una quantità di dialoghi (mediocri) che neanche in un film di Woody Allen, e la sequenza dell'esorcismo finale dura qualcosa, credo, come mezz'ora, tra Sorella Yunia che cerca di costringere il demone a rivelarsi e l'entità che per bocca del ragazzino insulta le suore, bestemmia di continuo e fa ghignare e contorcere il posseduto, il tutto inframmezzato da qualche secchiata di acqua santa. I pochi spunti succosi, come la capacità del demone di indurre all'autolesionismo e contaminare chi lo combatte, vengono proposti e poi gettati alle ortiche; anche se volessi raccontarvi il finale non potrei, perché mi sono quasi addormentato. Dark Nuns è uno spin-off dell'universo de The Priests; forse se l'avessi visto avrei potuto apprezzare di più alcuni dettagli, ma i personaggi sono comunque tutti nuovi; Dark Nuns è un horror che può spaventare solo all'inizio, quando ci si aspetta qualche jumpscare che non arriverà mai.

All'entrata ci hanno consegnato un biglietto dove si poteva votare il film; la mia amica ha messo tre per pura pietà, io le stelle di questa recensione. La nota più positiva della serata è stata la moretta seduta alla mia sinistra che si è messa in canottiera e si lisciava le braccia e i capelli. Speriamo in meglio per oggi.

Alla prossima.

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