Jordan Dryer cammina lento tra le stanze dell'appartamento. C'è silenzio. Il sole filtra dalle tapparelle abbassate, la polvere sugli scaffali e sulle mensole rende tutto più desolante. Jordan ora è seduto sul tappeto del salotto, davanti a lui oggetti e fotografie che lo legano al passato. Che lo legano alla relazione bruscamente interrotta con la sua donna. Parto dalla fine per descrivere il disco nuovo dei La Dispute, "Rooms Of The House".

Parto dalla fine perché è lì che si sente quanto la band post-hardcore di Grand Rapids, in Michigan, sia maturata e si sia evoluta. "Objects in Space" è un'amara e lenta riflessione su quello che quell'appartamento vuoto conserva. Emozioni, rimorsi, piccoli momenti felici, piccoli dettagli ancora vivi nella mente. Fotografie, libri, regali e souvenir all'apparenze insignificanti ma che in realtà contengono mille immagini del passato, mille memorie. Questo brano, il più intenso e significativo del nuovo album della band ci fa capire subito quanto i La Dispute siano cresciuti. I tempi dei flussi di coscienza e della potenza sonora non sono finiti (per fortuna), ma c'è maggior spazio per la riflessione, per i momenti più pacati e c'è ancora più bravura e consapevolezza di essere adulti nei nuovi testi. Testi che rimangono il punto di forza di questa band. "Hudsonville, MI 1965" e "The Child We Lost 1963" scavano a fondo nei drammi famigliari del passato, constringendo l'ascoltatore a vivere direttamente il pathos e la disperazione del testo/racconto che Jordan canta e ci grida addosso. Sono episodi potenti, dove il post-hardcore si riallaccia direttamente alla violenza dell'album precedente (quel "Wildlife" di tre anni fa che mi ha fatto innamorare di loro).

Lo spaventoso e drammatico episodio del crollo dell' I-35W Mississippi River Bridge del 2007 fa da sfondo alle due canzoni più irruente del disco, "First Reactions After Falling Through The Ice" e l'incredibile "35" (la mia preferita di una tracklist praticamente perfetta). Parole sputate e taglienti, che feriscono e ci fanno sentire protagonisti della catastrofe che fece 13 vittime e centinaia di feriti. Ci fanno sentire direttamente sulla pelle le sensazioni di disperazione della gente che cercò di salvarsi spaccando il parabrezza con i piedi, slacciarsi la cintura di sicurezza mentre l'acqua saliva veloce nell'abitacolo delle auto, e l'acqua portava via con sè ogni cosa.

L'esponenziale crescita della band è notevole, musicalmente c'è più struttura, più influenze che avvolgono lo scheletro hardcore/screamo. Si sente, in tutti gli undici brani, più consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità, e il singolo "Stay Happy There" lo dimostra ampiamente. I testi si fanno sempre più intimi e drammatici, coinvolgono chi ascolta e lo fanno sentire parte della scena narrata. Scrittura densa e piena di citazioni, come nell'intimo racconto di un viaggio in auto di "Scenes From The Highways 1981-2009". Paesaggi americani, fredde notti in mezzo al nulla, solo guidando e ascoltando Springsteen e Jackson Browne e riflettendo sulla propria vita insieme alla persona amata.

E poi i due brani più innovativi, quelli che non ti aspetti, quelli che ascolti e dici: ma cos'era? accorgendoti poi che in realtà sono i migliori pezzi dell'album. "Woman (In Mirror)" e "Woman (Reading)" spiazzano perché quasi acustiche, quasi positive e dolci. Due fotografie che, attraverso dettagli del corpo della fidanzata, delle sue movenze, delle sue abitudini e dei suoi tic ci fanno entrare nella vita di coppia. Profondissime nella semplicità in cui un gesto banale e quotidiano come leggere un libro sul divano e specchiarsi rimirandosi e notando ogni minimo difetto siano in realtà gestualità profonde, abitudini ordinarie di un amore ordinario.

"Rooms Of The House" è il disco della maturità dei La Dispute. Il disco che serviva alla band per affermarsi e confermarsi come una delle band post-hardcore più penetranti, intense ed emozionanti della scena. Accorciando la durata totale del disco e inserendo brani acustici e riflessivi, i La Dispute sono riusciti nel difficile intento di creare il loro disco perfetto, il loro album migliore. Un altro tassello che si aggiunge a una discografia già preziosa e riuscitissima. Un altro disco che si aggiunge all'affascinante e vigorosa scena post-hardcore che tanto amo.

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