Avete presente quelle settimane massacranti, quando arrivi al venerdì con solo voglia di dormire? Ecco, questo è lo stato fisico e mentale con cui mi sono avvicinato a questo concerto, giunto appena in tempo per prosciugare le mie ultime energie!

Il Container Club a Bologna non è molto grande, ma sembra fin da subito adatto a concerti di quelle dimensioni, e si riempie fin dalle 22,30.

In attesa dei Lali Puna, ecco arrivare Alias (?): californiano, fisico da rugbista, abbigliamento da rapper da strada, piercing al bordo della bocca, cappellino sugli occhi tipo Badly Drawn Boy.

Si presenta sparando due cazzate ("Hi, my name is Milli Vanilli!", poi qualche cosa contro Bush, poi ancora quanto è figa l'Italia bla bla bla) poi si sistema agli aggeggi eletronici e inizia un vero e proprio dj-set strumentale molto drum & bass: qualche cosa non è male, ma niente di sconvolgente.

I Lali Puna si fanno poi attendere fino a mezzanotte passata (!), a causa di quello che sarà un po' il leit-motiv della loro esibizione: Valerie Trebeljahr saluta e spiega che hanno avuto dei problemi con il portatile (un Powerbook Macintosh! e se è vero che "Micronomic" sfotte la Micro$oft, forse si è trattata di una punizione divina!).

E' divertente vedere i diversi atteggiamenti sul palco dei quattro: Markus Acher sembra in loop, comincia a dondolare col capo chino alla prima canzone e credo abbia continuato anche nelle pause tra una canzone e l'altra e tra un bis e l'altro (per la cronaca: ce ne sono stati due), Valerie invece non tradisce le sue origini asiatiche, con tutto il contorno di timidezza/riservatezza/misura che la fa solo oscillare con compostezza, mentre in fondo il batterista picchia come un fabbro (e viene sfinito con la coda di una canzone tenuta particolarmente lunga, suscitando alla fine un sorriso compassionevole della cantante) e l'altro tastierista vince indiscutibilmente il premio come "miglior attore non protagonista" della serata.

Parlavo prima dei problemi tecnici: dopo quello del computer, hanno più o meno tutti avuto problemi coi monitor e soprattutto lui faceva continuamente dei gesti ("alza qui, abbassa lì") al tipo al mixer, finchè si è stufato e ha cominciato ad usare le cuffie.

A quel punto è stato quello del mixer che lo prendeva in giro per come si muoveva con quelle cuffie effettivamente un po' grandi!

Poteva finire qui? Assolutamente no! La vendetta è servita quando il tastierista, tra lo spazientito e il divertito, è andato alla fine di una canzone dal microfono e gli ha detto scherzosamente delle maialate in lingua teutonica: il mio tedesco è un bel po' arruginito, ma mi par di aver capito che gli ricordasse che non era la prima volta che capitavano inconvenienti del genere e che era ora che imparasse a fare il suo lavoro!.

Come sdrammatizzare e divertirsi: voto 5.

Durante uno dei bis ecco riapparire Alias, che, accompagnato dalla musica dei Lali Puna, comincia il suo personale diluvio di parole, un rap velocissimo nel quale pronuncia più parole in 3 minuti che io in una settimana intera: il risultato, contrariamente a quanto possa sembrare, non è però affatto male!

"Sì, ma come hanno suonato? Sono bravi?" vi starete chiedendo.

Il concerto è stato molto bello; fortunatamente il problemi tecnici hanno solo ritardato l'inizio e creato dei problemi "di ritorno", ma per loro, non per il pubblico.

Anzi, devo dire che l'acustica mi è sembrata più che buona!

Hanno iniziato con molti pezzi dell'ultimo "Faking the Books", poi sono passati ai pezzi più vecchi e in chiusura sono ritornati sull'album appena uscito. Ma queste sono chiacchere: un concerto va "sentito", e questo mi ha pienamente soddisfatto, anche se ero...disfatto!

Ecco, il fatto che nonostante la stanchezza mi abbia risvegliato per qualche ora è più indicativo di analisi tecniche su quali canzoni hanno fatto ecc ecc.

Bravi Lali Puna, e se vi dovesse capitare l'occasione di vederli dal vivo non lasciatevela scappare!

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