Ancora prima di spogliare Kim Rossi Stuart dal suo kimono d'oro ed infilarlo in una calzamaglia nel ruolo, poco felice, del bel moroso di Fantaghirò, Lamberto Bava mise su pellicola quello che è il più terribile degli incubi: l'essere braccati da qualche pericolosa creatura (chissà perché ma spesso nei sogni è un cane) che ha una voglia inspiegabile di mordere, non perché abbia fame ma perché ciò è giusto...

Buon sangue non mente..

...e l'essere figlio del grande Mario gli aveva trasmesso il desiderio di inquietare, raccapricciare, far prendere sonno il più tardi possibile (magari con un'occhiatina sotto il letto per verificare che fosse tutto ok). Ma se Bava padre amava, nelle sue opere, affiancare al caldo fluire di liquido rosso significati sociali, ecologici, psicologici, Lamberto preferì nutrirsi e nutrire solo di sangue..

Le cose succedono perché devono succedere...

Questo dovrebbe essere un corollario per qualsiasi trama horror. La paura deve venir da se, non deve avere una fonte individuabile. Un buon horror non dovrebbe spiegare il perché delle cose, ma avere lo stesso effetto di un pugno preso mentre si dorme: deve destarti dalla tua fittizia tranquillità e farti chiedere... "ma perché????"

Da questo punto di vista "Demoni" riesce pienamente nel suo compito: un cinema, degli invitati ad una misteriosa prima, una strana maschera all'ingresso del locale. Punto. Abbiamo tutti gli elementi che occorrono. Ora che gli eventi seguano il loro corso...

Una ragazza scherza con la maschera, resta ferita, ma è solo un piccolo taglio.. Parte la proiezione del film che, stranamente, ha una trama simile a quello che tra poco sarebbe successo nel cinema. La ragazza ferita inizia a star male, si chiude in bagno, si trasforma. E' arrabbiata, molto arrabbiata e se ti morde, ti trasformerai anche tu. Resta solo una cosa da fare: cercare di scappare ma, ahimè, le uscite sono bloccate, quindi .... cacchi amari...

La trama è roba da bambini. Ma un buon horror deve essere comprensibile dai bambini. E' anche una variazione speculare del classico tema romeriano del "non morto": se per scappare agli stupidi, lenti e impacciati zombi ci si barricava in un'accogliente casetta di legno, qui bisogna cercare di uscire per sottrarsi alle incomprensibili voglie di zombi scaltri, veloci. Ma Bava non cerca spiegazioni socio-culturali nell'incedere delle sue ossessioni:

sti Demoni mozzicano perché la tua carne è buona... null'altro...

La garanzia di un nome altisonante quale era quello di Dario Argento alla produzione, gli effetti speciali di un esordiente Stefano Stivaletti, la trama scarna ed essenziale fecero sì che i "Demoni" di Bava figlio facessero il giro del mondo ottenendo un successo inimmaginabile, viste le premesse.

Imperfetto, pacchiano, mal recitato ma supportato da una colonna sonora del solito Simonetti e da alcuni brani metal di tutto rispetto (in primis Accept e Scorpions) "Demoni" è quello che ogni film, in cui vengono sprecati litri di acqua rossa, dovrebbe fare: un'ora e mezza di paurosa rilassatezza con il cono di popcorn intatto (se scende troppo il livello dei popcorn significa che qualcosa non funziona).

Ma, soprattutto, al termine ti deve lasciare con un desiderio immondo. Varia da soggetto a soggetto, non so voi, ma io al termine della visione volevo avere quella cazzo di maschera...

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