Non ho mai visto pubblicata su DeBaser la rece di un film, quindi non mi spiego perchè ci sia l'opzione "film" alla domanda "cosa recensisco", però in fondo, non è che me ne importi molto, c'è una cosa che penso da parecchio su questo capolavoro e ci tengo a dirla.

"Dancer in the dark", lo dico giusto per mettere le mani avanti, è un film bellissimo, intenso, originale e straziante: narra le tristissime vicende di Selma, una Björk con degli occhiali spessissimi ma davvero convincente, che è un'immigrata con un figlio piccolo che lavora in una fabbrica. Già questo inizio di descrizione della trama fa capire che il film non è proprio spensieratissimo, peccato che Lars von Trier abbia voluto aggiungere anche: che Selma sta per diventare cieca, che viene licenziata sul lavoro, che viene arrestata ingiustamente, che viene cacciata di casa, che anche suo figlio diventerà cieco. Insomma, che felicità.

Nonostante io ami, in generale tutto un altro tipo di film ("No, mickey, tu non puoi farmi questo!","Niente di personale, Tom, si tratta di bisnìss"), questo "Dancer In The Dark" mi ha stregato. Perchè? Perchè è un musical (questo non ve lo avevo ancora detto), e perchè il suo modo di essere un musical è lontano anni luce dalla sciccheria di un "Footlose" o un "Chorus Line" o qualunque altra cagata firmata Andrew Lloyd Weber (il re dei musical hollywoodiani anni '80).
Selma è un'operaia che ama vagare con la mente spinta dai rumori della fabbrica, fino ad immaginarsi canzoni e coreografie nella sua mente che si concretizzano sullo schermo e rendono questo film un musical, ma quando, dopo lo splendido momento di svago dell'immaginazione, si torna alla realtà, l'impatto è sempre traumatico, c'è sempre qualcuno che la sgrida perchè si distrae sul lavoro o perchè rischia di rompere le macchine della fabbrica. Non si può avere il tempo di "sognare".
Questo è l'espediente più originale del film: il genere musical non è più sinonimo di bellezza e felicità stereotipata (tutti si vogliono bene e quando meno te l'aspetti cominciano a ballare felici e contenti senza motivo), ma questa gioia del ballo e della musica è solo nella mente della protagonista, la realtà è molto, ma molto più dura.
Una volta capito questo è evidente che la trama non è altro che un pretesto: se ciò che interessa al regista è mettere in evidenza lo scarto tra la gioia (finta e immaginata delle coreografie nella testa di Selma) e la realtà, nuda e cruda, è funzionale al film che la realtà sia la più terribile possibile. Ovvero: questo film è bellissimo ma paraculo, e ora cerco di spiegare perchè.

Von Trier, a mio avviso, aveva questa idea di mettere in contrasto la felicità stereotipata del musical con la realtà molto meno felice, ed è in base a questo che ha sviluppato la trama. Per fare in modo che questo contrasto tra gioia immaginata e infelicità reale riuscisse, doveva avere una trama la più triste possibile. Ecco perchè Selma è un'immigrata, è cieca, perde il lavoro, le rubano i soldi...perchè la protagonista deve avere per forza una vita orribile se si vuole sottolineare che, per lei, la felicità ci può essere solo nell'immaginazione.
Quindi Von Trier è stato bravissimo nell'immaginare questa trama così straziante, ma appunto, è stato bravo da un punto di vista strettamente tecnico, non artistico. E' come se Von Trier si fosse seduto ad un tavolo ed avesse deciso di farci piangere: aveva questa idea del contrasto tra musical e realtà e quindi gli serviva una storia la più triste possibile, e l'ha scritta...ma questa non è arte, è tecnica, è abilità nel portare lo spettatore dove si vuole (in questo caso alle lacrime), è la "scienza del far piangere".

Io non ho pianto, ma questo film è davvero commovente, solo che bisogna assimilarlo prima di poter capire che non c'è un messaggio, non c'è un senso in questo film (non che i film debbano averlo per forza, ma in genere è meglio quando ce l'hanno). Insomma, Lars Von Trier è stato bravo nel commuoverci tutti, ma è proprio questo il punto... è stato bravo, non è stato "un artista".

Ps: mi rendo conto che in questa rece ho solo cercato di esporre una mia sega mentale riguardo a questo film, ora cerco di recuperare e vi dico qualche informazione in più, da bravo De-recensore: il film ha vinto la Palma di Cannes (più che meritatamente), Björk è semplicemente meravigliosa e bravissima anche come attrice e le musiche, naturalmente, le ha fatte lei insieme a Deodato (che, per chi non lo sapesse, è un grande). La colonna sonora del film è reperibile sotto il titolo "Selma's Songs" ed è, in pratica, un altro album che appartiene di diritto alla discografia dell'islandesina.

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