Davvero un bel lavoro questo come-back discografico dei Last Days Of Humanity. “Horrific Compositions Of Decomposition” del 2021 è marcio goregrind al 100 per 100, trentatrè pezzi concentrati in 21 minuti e lasciando da parte la copertina davvero “sgradevole” qui c’è tutto per darsi alla pazza gioia per gli amanti del goregrind più selvaggio e senza compromessi, le vocals che sembrano provenire dall’aldilà, grondanti abbondanti gurglins o anche dette voci da sturacessi, tempi sempre veloci in blast beat, chitarre putride e putrescenti che rappresentano a pieno la follia del genere qui proposto. Non a caso i LDOH sono una delle band di punta del genere e non potevano ritornare che con un album che rivanga i loro fasti gloriosi dall’ultimo full-lenght “Putrefaction In Progress” del lontano 2006. L’album è da ascoltare in tutta la sua interezza, nei samples ci sono spezzoni di una intervista fatta a un paziente psichiatrico ricoverato in manicomio quando ancora esistevano e a una domanda dell’intervistatore perché si trovasse ricoverato lì il paziente risponde “i’m not completely like other persons” e subito dopo parte uno dei pezzi di questo full-lenght estremamente deleterio e nocivo. Ah, la copertina ritrae una bambola creepy pasta quindi non fatevi troppo suggestionare. Speriamo che i LDOH siano tornati per restare anche se sono già passati 4 anni da questo lavoro, comunque in tutti i casi promossi. Compratelo, scaricatevelo (legalmente) qui c’è tanta (putrida e sanguinolenta) trippa per gatti famelici.
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