I “Figli del deserto” vogliono te!

Quando si parla di cinema impegnato, accanto a Fritz Lang, Eisenstein e Sergio Corbucci non si può far finta di non sapere dell’esistenza dei mitici (qui il termine calza a pennello) Stanlio & Ollio.
Un’istituzione, una garanzia, una nave scuola per intere generazioni e se sono quello che sono diventato, in buona parte lo devo anche a loro! ?

Alzi la mano infatti chi non ha MAI visto una delle comiche in bianco e nero di questa coppia di Assi della Comicità!!
(Bene, adesso abbassatele, grazie).

Dicevamo… Una coppia di comici intellettuali presi a fare da maestri del Neo-Realismo Newyorkese e di tutto il Movimento Neo Maschilista e Non dal ‘28 al ‘42. Qui infatti, in questo “I Figli del Deserto” (1933) per molti la loro Summa Ideologica, si fanno anticipatori delle Grandi Lotte Sociali che sfoceranno in America agli albori della Prima Guerra Mondiale ormai imminente. La trama è presto detta,come ce la suggerisce questo sito

Decisi ad eludere il divieto della moglie di uno dei due, Stanlio & Ollio si fanno prescrivere da un falso medico un altrettanto fasullo viaggio di salute alle Hawaii, mentre invece se ne vanno a Chicago, al congresso della amata associazione Figli del deserto. Dopo essersi divertiti come matti tra una parata e l'altra, anche sulle note di Honolulu baby, completano gongolanti la burla, tornando a casa provvisti di ukelele e ghirlande di fiori... Ma se la nave immediata dalle Hawaii risulta naufragata, come fanno loro a stare dove sono? La bugia viene a galla, e il bugiardo più pesante va a fondo sotto una valanga di stoviglie.

Si parlò di un “film di rottura” anche per l’alto tasso di misoginia presente nel film dove le donne (le uniche 2 di tutto il film!) vengono per l’ennesima volta rappresentate come donne isteriche, arpie e senza cuore… dove l’unico modo per affrontarle è la bugia, l’inganno e il depistaggio. Come a dire non è cambiato nulla in 60 anni di storia! L’argomento infatti, suscitò una vera e propria rivolta da parte dei primi movimenti femministi americani che videro il film come una “denuncia ante litteram” da parte della cultura maschilista per far tornare la donna al vecchio rango di moglie/serva/schiava del focolare.

Ed è da questa forte convinzione, mascherata da simpatica burla, che nel 1965, nacque finalmente un vero e proprio movimento ispirato all’associazione del film stesso (“I Figli del Deserto” appunto) che ebbe perfino il beneplacito dello stesso Stan Laurel che morì qualche mese prima dell’inaugurazione.
Una vera e propria associazione internazionale denominata appunto 'Sons of the Desert' che unisce a se gli interminabili fans della coppia più celebre del cinema mondiale sparsi in tutto il mondo, facendosi promotrice di tutto ciò che gravita attorno al Mito Stan Laurel & Oliver Hardy.

Questo per ricordarvi che anche in Italia esistono parecchie associazioni (ufficiali) che ne raccolgono l’eredità: La prima si chiama Noi Siamo Le Colonne e si trova a Modena, poi c’è Oasi 165 nata nel 1992 e capeggiata da Tiziano Medici e Graziano Giovenzana, a Prato è attiva Teste Dure e, per ultima, nel 2006 è nata Oasi 258 partorita dalla devozione di Alessandro Santi e Alberto Vangelisti (come ci dicono invece qui).

Ohh ma anche voi potete farne parte! Per iscriversi è facile: basta mandare i propri dati al sito ufficiale: www.ifiglideldeserto.it
e per la modica cifra di 15 euri si ottiene: la t-shirt ufficiale, una copia in DVD del film (che da sola vale la cifra sborsata) e la tessera di “Figlio del Deserto”.
Io ho la n°13.478, tanto per dire.

E ora, ghirlande ben piantate al collo, cantate tutti con me: “Ohnoluluuu babyyy….”

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