L´originalitá é un valore importante in un´opera d´arte. Essa non deve essere necessariamente accopagnata dall´ innovazione, e spesso si manifesta quando si scendono le profonditá di noi stessi fino a trovare quell´unicitá che contraddistingue il nostro essere. Per riuscire ad esprimere quest´ unicitá ci vuole una capacitá che si aquisisce dopo un percorso di maturazione attraverso le esperienze.

Questo é il percorso di Laurent Thibault che va dal ´69 al ´79, (anno di pubblicazione del suo breve ed unico disco), che si compie a fianco dei mitici e leggendari Magma. Comincia in seno ad essi come bassista nella primissima formazione ma lascia lo strumento ancor prima della registrazione del loro primo disco per dedicarsi alla produzione di tutti gli album dei Magma fino ad Atthak.

Nonostante ció, lo stile di Mais On Ne Peut Pas Rever Tout Le Temps non possiede caratteristiche riconducibili allo stile magma-vanderiano, (se escludiamo l´ampio spazio espressivo lasciato al basso dello stesso Tibault, al freetless dei Francis Moze e alla batteria di Dominique Bouvier), e quindi si potrebbe considerare questo disco come Zeuhl solo come legame familiare e non stilistico. D´altrocanto non ci deve aspettare uno stile riconducibile al prog anglosassone o italiano, siamo pur sempre in terra gallica dove certe influenze non sono cosí ben accette.

Laurent Thibault sembra si sia ispirato ai quadri di Henri Rousseau cercando di riprodurre certe senzazione visive, usando anche suoni concreti, che si intrecciano nel tappeto sonoro in paesaggi portandoci dalla natura incontaminata fino ai rumori della disperazione e pazzia dell´uomo. É una musica che potrebbe essere forzatamente decritta come un progressive di ambientazione e di mondo (ambient e world music).

Introdotto dall´angelica voce di Amanda Parson comincia questo breve ma intenso viaggio attraverso molti dei colori e sfumature che lo spettro dell´animo umano porta con sé. Mezz´ora soltanto per provare ad immergersi nel profondo di questa tavolozza dove certamente riconosceremo certe tonalitá che colorano anche il nostro animo.

Un disco da eleggere a manifesto contro la prolissitá, una praga che spesso affetta la genialitá di nostri tanti cari artisti.

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