Nell'era di Internet prendere contezza dei cambiamenti riguardo al fare musica e alla sua fruizione non è assolutamente facile. Impegnarsi in qualcosa di nuovo è cosa molto ardita e perciò alternata alla pubblicazione di lavori anche onorevoli, così che la riproposizione sotto altre vesti dei propri cavalli di battaglia è diventata cosa e buona e giusta ad integrazione dovuta di un lungo ed oltremodo stimabile percorso artistico. Dopo più di 50 anni di vita dedicata alla personale e geniale scrittura della musica, Le Orme di Michi Dei Rossi (unico membro della formazione originale dopo l'abbandono del fondatore Aldo Tagliapietra nel 2009), tornano con il nuovo CLASSICORME che oltre ad annoverare la nuova incisione di alcuni brani storici in versione classica, comprende tre inediti perfettamente contestualizzati.

Per l'interpretazione vocale la scelta del tenore Eero Lasorla e della soprano Marta Centurioni fa fugare ogni dubbio sull'esclusivo fine commerciale dell'operazione, che, agli occhi (o meglio alle orecchie) anche dell'ascotatore meno smaliziato, non può che far apparire il disco in questione come una sentita operazione di carattere artistico e tutt'altro che superflua.

L'estratto da "Ciaccona" di J.S. Bach che introduce senza mezzi termini alla speciale atmosfera di questo lavoro, che vede coinvolto un quintetto d'archi in cui i violini e la viola insieme al violoncello, sembrano rispecchiarsi l'un l'altro nella piena e soave guida pressoché ritmica del contrabbasso. In pieno stile romanza fa ingresso all'ascolto "Una dolcezza nuova" ove è il pianoforte e non le tastiere che furono di Tony Pagliuca nella versione originale, a dar vita ad un tenue tessuto strumentale controbilanciato dalle acute estensioni del tenore, capace di trasmettere malinconia senza annoiare. A "Breve Immagine" spetta un'esuberante e prima interpretazione a due voci, ove l'alternanza tra i due vocalists d'eccezione, riesce a far emergere la duttilità di un brano che faceva parte di QUELL'UOMO DI PEZZA (1972) che fece guadagnare il primo disco d'oro al gruppo di Marghera. Ad interrompere la consecutività storica dei pezzi giunge il "Preludio" di Dei Rossi e Roversi, ove il pianista ed il violinista brasiliano Marcus Viana creano un'atmosfera incantevole e prodigiosa capaci di portare con dolcezza all'ascolto dei brani più lunghi dell'album ( "Storia o Leggenda" e "Angelo") che restano magnificamente gradevoli insieme all'efficace ripescaggio di pezzi più recenti ("L'infinito" e "La Via della Seta" dai loro omonimi rispettivamente del 2004 e del 2011). Seppur saranno in molti ad emettere un lieve fremito alla genialità compositiva del secondo breve estratto de " La Porta Chiusa", il sentimento di positività che pervade "Sulle Ali di un Sogno" e "Aria" (entrambi inediti), li rende apprezzabili non meno della sottile malia che affiora dalla nuova veste per l'occasione della sempiterna "Gioco di Bimba".

Quest'ultimo disco (registrato al Tiny Castle Studio di Mantova) pur se uscito a nome Le Orme, è stato concepito e sviluppato prevalentemente dal suo immarcescibile e storico batterista Michi Dei Rossi che avvalendosi della competenza di Cristiano Roversi e di una nutrita schiera di musicisti puri, ha concretizzato un prodotto di elevata qualità che troverà spazio nelle discografie degli amanti di una certa classica, quanto in quelle dei fans più mentalmente aperti della band veneta.

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