Karen Lynn Greening (sì, il vero nome di Lee Aaron) era una gran gnocca: fisico perfetto, curve al posto giusto, sex appeal pazzesco, umorismo di cui ci si innamora all'istante e una solarità che da sola risolleverebbe l'umore degli italiani (e non solo quello!).
Ed oggi invece? Le cose sono cambiate per Lee: fisico perfetto, curve al posto giusto, sex appeal pazzesco, umorismo di cui ci si innamora all'istante e... UN MOMENTO! Cavolo! Sta donna ha trovato la fonte dell'eterna giovinezza oppure è come il vino, cioè è diventata più b(u)ona?
Scherzi a parte, la sua forma fisica è rimasta invidiabile, ma c'è stata un'inversione di tendenza nelle sue scelte stilistiche e musicali a partire dal 1997-98. Diciamo pure che Lee, definita la "Metal Queen" (anche se è più giusto definirla come Rock Queen secondo me), si è trovata di fronte allo specchio, ha visto che a 35 anni non poteva più affrontare un certo tipo di rock duro (35 anni non sono tantissimi) ed ha attuato una scelta coraggiosa e difficile, ma che rispetto (è strano detto da me!) totalmente: dedicarsi alla famiglia e al Jazz!
Ebbene, nonostante la nostra beniamina abbia comunque riproposto qualche suo vecchio hit rockettaro in recenti festival europei (vedi lo Sweden Rock Festival), oramai Lee Aaron ha trovato la sua dimensione come donna: basta festini e vestitini iper sexy (nonostante abbia sempre avuto nel suo look rock una classe né pacchina né fatiscente!), basta mariti di quarto ordine che vanno in giro con le Harley scassate (il suo ex-marito lo ritroveremo su questa recensione a breve...) basta tour stressanti (come ad esempio quello di Bodyrock, il più lungo della sua carriera, dove, ad inizio del 1990, partecipò pure come special guest a Sanremo!) e basta sex in the city! No, non parlo di quelle quattro smandrappate che si fanno l'intera New York, ma parlo della vita sessuale frenetica on stage e out stage delle band rock in generale e dubito che la Aaron non abbia avuto le sue 1000-2000 storielle, anche se ce lo nasconde dietro quel tenero visino alla Coccolino!
La cosa principale di cui bisogna parlare ora, è la musica, di quello che a mio giudizio è stato il suo capitolo più incompreso, nonchè il suo ultimo canto del cigno hard rock, ovvero il sesto e stupendo disco del 1991 "Some Girls Do". Coadiuvata ed aiutata a livello di testi e musica dal fedele John Albani, Lee Aaron e soci stavolta non puntano più a "costruire" un disco, come lo era a volte il fin troppo programmato "Bodyrock". Tutto avviene in presa diretta ed Albani, come chitarrista, sfoggia i migliori riff che abbia mai creato, con Lee Aaron che finalmente ritorna a graffiare e pungere come in passato!
Basti pensare all'assalto sonoro creato in "Crazy In Love" e "Dangerous" (con coretti mica da poco) o nelle Extreme-oriented "Some Girls Do", canzone il cui video, molto divertente, parla dell'emancipazione femminile, "Hands Off The Merchandise" (uno dei picchi assoluti dell'album) e di "Can't Stand The Heat", con una estensione vocale di Lee incredibilmente potente!
In questo disco troviamo riuscitissimi esempi di party metal allo stato puro alla Danger Danger ("Tuff Love") e canzoni hard rock semplici ma di forte impatto ed emozione, come nel caso di "Sex With Love" della quale consiglio la visione del video, che all'epoca usci per incentivare la lotta contro l'AIDS; non mancano nemmeno le "frecciatine" gettate al primo marito, da cui si separerà di lì a poco, in "Motor City Boy" per il suo blando stile di vita in motocicletta. Inoltre vengono introdotte anche canzoni più serie come nel caso di "Love Crimes", in cui viene affrontato come tema principale lo stupro, con testi molto attuali anche nel periodo in cui viviamo e la bellissima ballad "Peace On Earth" che condanna ogni tipo di guerra e violenza in questo sporco mondo.
Termina così un'ora di musica piena di emozioni positive, un capolavoro di intensità al quale vanno anche aggiunte "Wild At Heart" "(You Make Me) Wanna Be Bad" (con un flavour alla Winger) e la cover di Stevie Wonder "Tell Me Something Good", da sempre grande amore musicale di Lee Aaron.
Quella che troverete in questo album è la vera ed ultima essenza rock (ahimè!) di Lee Aaron, nonchè il suo ultimo bellissimo album. Dimenticavo: ovviamente il disco non vendette una mazza, Lee Aaron perderà la bussola col seguente filo-grunge di "Emotional Rain" e il resto... beh, lo sapete dall'intro: Lee ha trovato la sua famiglia e la sua felicità visto che è madre di due figli. Quindi come capolavori ora ne ha due e non solo questo "Some Girls Do"!
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Psychopathia
5 apr 12