Mick Jagger è diventato baronetto. Iggy Pop – non avete idea di quanto io faccia fatica ad ammetterlo a me stesso! - si è perso nel più kitsch dei riciclaggi che la storia del rock abbia mai contemplato. Leighton Koizumi invece è ancora vivo. E questa di per se, è già una notizia rilevante. Per chi non l'avesse mai sentito nominare prima d'ora, sto parlando di un autentico mostro della storia del rock, anzi azzardo... il più grande cantante garage-punk di sempre. Scomparso per un intero decennio, mille volte dato per morto e mille volte risorto, Leighton Koizumi è uno di quei rari, eccezionali individui che trascinano con sé paradossi, eccessi, deliziosi stereotipi dell'immaginario rock.

Frontman prima con i Gravedigger Five e poi con i leggendari Morlocks nei primi anni ottanta, Leighton ha letteralmente INVENTATO dal nulla una scena musicale, riportando in auge i suoni crudi del sixties-garage uniti all'urgenza del punk (se pensate che negli '80 nell'abito della cosiddetta musica "alternativa" al pop da classifica imperavano la new wave e l'heavy metal!). Ora, dove si sia nascosto negli ultimi dieci anni e cosa abbia fatto tutto questo tempo, ce lo dirà nell'ipotetica autobiografia che (non) scriverà (mai) quando sarà veramente un dinosauro, se mai avesse voglia di raccontarcelo. I fatti dicono che oggi, grazie a David Lenci e alla cricca di Tito Lee (mosche bianche del garage-punk in Italia) Leighton Koizumi è tornato a calcare i palchi, e soprattutto ad incidere un disco. Per la precisione When The Night Falls è una raccolta di 13 folgoranti covers prese dai classici "minori" della stagione proto-psichedelica e punk nella fine degli anni sessanta.

Un imperdibile abbecedario del rock and roll, magistralmente condotto dall'istrionica interpretazione di Leighton, alligatore in agguato nella palude hard di "Get Out Of My Life Woman" (screziata da rauche venature "soul"); il beat veloce ed allucinato degli Outsiders di "You Mistreat Me", i toni aspri dei Kinks di "I Need You", passando per la cattiveria di "No Friend Of Mine" che più che gli Sparkles ricorda le urla belluine degli Swamp Rats (Ah! Gli Swamp Rats!!! Che gruppo!... nostalgia canaglia...). Una vorticosa discesa tra le fiamme per arrivare ai vertici del disco con "Signed D. C. ", una versione assolutamente straziata e da brividi del delirio tossicomane dei Love di Arthur Lee; poi il turbinio elettrico di amplificatori valvolari in "Born Loser" e "Project Blue" fino alla battuta d’arresto, quella gemma psichedelica che è "When The Night Falls" dove Koizumi trascina il gruppo in un incalzante rito sciamanico, contrappuntato dagli sbrodolii acidi della chitarra di Tito. Magia, ipnosi, rock’n’roll nudo e crudo.

Un album FAVOLOSO. In più la produzione del disco è impeccabile e "filologicamente" corretta; strumentazione vintage al servizio della tecnologia moderna. Cioè, senza prese per il culo, come si dovrebbe suonare il garage nel 2004! In sintesi, quaranta minuti di puro massacro per un disco veloce, cattivo, animato da una sensualità brutale... come lo sfregarsi contro una grattugia di metallo!

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