Prima di tutto Grazie a Te, Nobile Lenny...

“Caro Mr. Bruce,

l’altra sera sono venuto ad assistere ad un suo spettacolo perché, avendo letto su di lei, ero curioso di constatare se lei fosse davvero l’acuto critico delle nostre comuni ipocrisie che avevo inteso dire. Trovo che lei sia un uomo sincero e le scrivo per dargliene atto. Non si riesce mai “simpatici”, quando si è causticamente sinceri, vuoi dal palcoscenico di un night club o vuoi da un pulpito, e non mi stupisce sapere che lei è andato incontro a guai. Questa lettera intende esprimerle la mia personale solidarietà, è un’opinione sul suo spettacolo. In primo luogo, nego decisamente che esso sia osceno, nei suoi intenti. Il metodo da lei usato ha parecchie affinità con quelli di alcuni critici della società (profeti o artisti, non accademia). Vi sono pagine di Jonathan Swift e di Martin Lutero che tuttora sono ritenute oscene in quanto quegli autori sconvolsero il facile e menzognero linguaggio del perbenismo e ricorsero al volgare, rozzo idioma della gente ordinaria onde mostrare la vuotaggine e l’insania del loro tempo. (È stato detto, e la boutade contiene una buona dose di verità, che molte pagine della Bibbia anno sono adatte a leggersi in chiesa, per lo stesso motivo).

È chiaro che per me il suo intento non è quello di eccitare la sensualità nè quello di vilipendere, bensì di scuoterci e svegliarci alla realtà dell’odio sociale, delle varie assurdità circolanti sul sesso, la vita e la morte... e muoverci a compassione e sanità. È chiaro che lei è fieramente sdegnato contro le nostre ipocrisie (le sue come le mie) e contro quel mellifluo buonsenso che passa per saggezza. Tale sdegno dovrebbe essere condiviso da ogni persona che si rispetti. I suoi commenti sono rivolti a persone adulte e, a me, rivelano un uomo che si infiamma di passione per la disonestà e l’ingiustizia che si celano sotto il manto di pregiudizi correnti e accettate psicosi di massa. Sono rivolti a persone adulte, e gli adulti non hanno, non dovrebbero avere, bisogno di essere protetti dalla verità in qualsivoglia forma venga loro presentata.

Che Dio la benedica”

Amo quest’uomo, saremmo sicuramente andati d’accordo. E Lenny sarebbe stato un debaseriano doc. Intendiamoci uno stracciapalle incredibile con una discreta dose di arroganza, presunzione e narcisismo ... tipo un ConteCarlosalgolpuntinines... madooooooooo!!!

Mai banale, sempre diretto e sincero, senza tante menate o giri di parole, dannatamente nudo e crudo ... uno di cui ti puoi fidare pure quando sembra te lo stia mettendo... proprio la’, per dire.

Considerare Lenny Bruce un comico significa non aver capito nulla. Probabilmente faceva parte della strategia perché “se lui è solo un comico significa che spara cazzate solo per fare ridere”. Invece Lenny non faceva ridere, Lenny faceva pensare, o almeno avrebbe dovuto far pensare. E pensare non va bene, la gente non deve pensare. Deve, possibilmente, credere di essere libera e preoccuparsi il meno possibile. Da sempre funziona così.

Lennon, Morrison, Zappa, la Beat Generation, Lester Bangs ecc ecc... tutti dei pivellini al suo (e mio) confronto. Questo ragazzo nel primo dopoguerra ha messo, per primo e come nessun altro, a nudo l’ipocrisia e le assurde contraddizioni della società americana.

Arguto e dissacrante ha demolito le falsità imperanti riguardanti la religione, il sesso, il razzismo, il capitalismo e tutto ciò che voleva essere “morale”. Purtroppo lavorava in piccoli night, non parlava a decine di migliaia di persone... ma faceva male e paura al falso perbenismo yankee come nessun altro.

Ed in questa biografia che ci ha lasciato - prima di morire a soli 40 anni, inizialmente pubblicata su Playboy a puntate su richiesta dell’amico Hugh Hefner (belisim!) - Lenny continua a fare a pezzi tutto e tutti mentre racconta la sua vita. Dall’infanzia “movimentata”, all’arruolamento a soli 16 anni a bordo dell’incrociatore USS Brooklyn in piena seconda guerra mondiale, le esperienze con Nobili Fanciulle, il matrimonio ed il divorzio, gli spettacoli ... soprattutto, gli infiniti arresti e processi. Una vita dedicata alla battaglia per la verità e alla richiesta del rispetto del primo Emendamento della Costituzione Americana e della libertà di parola; tutti coloro venuti dopo devono ringraziare lui se oggi possono esprimersi “liberamente” (ENORMI virgolette, nessuno è libero)

Sulla religione poi ... ma non vi anticipo altro, non ne sono degno... meglio sentirselo raccontare da lui. Oltre ad oscenità, volgarità e diffamazione i suoi problemi con la giustizia furono soprattutto per vilipendio della religione. Ecco perché la lettera iniziale scritta dal Reverendo Sidney Lamier è probabilmente la più bella recensione su Lenny Bruce.

Il dramma è che tutto ciò che Lenny diceva più di mezzo secolo fa è schifosamente attuale. L’essere umano riesce nella impossibile impresa di peggiorarsi continuamente... ma sono sicuro lui lo sapesse.

Altro che “a sick comedian” come lo hanno vigliaccamente definito i poteri forti... loro si davvero malati e malsani.

Buona lettura, “invidio” il Nobile che ancora deve leggerlo.

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