In Italia solo pochi albi (tre per Phoenix Enterprise, due per Magic Press) sono usciti con il nome La Fortezza, mentre nella madrepatria Francia la serie, dal titolo originale "Donjon", conta ben trentaquattro volumi, un gioco di ruolo ed ancora altre uscite parallele. Questi volumi si presentano nel classico modello francese: grandi e fini, di circa una cinquantina di pagine a colori, edizioni Delcourt. A firmarli sono Joann Sfar e Lewis Trondheim, oggi considerati due grandi esponenti della nouvelle vague del fumetto francese che ruota intorno alla casa editrice L'Association. I due artisti, molto prolifici, preferiscono a uno stile realistico uno stilizzato ed infantile, con capacità di sintesi ed espressività da grandi maestri, e sono uniti, oltre che dall'amore per il fumetto, anche quello per i giochi di ruolo.
Decidono così di creare, probabilmente dopo molte giocate, una serie fantasy che mantiene l'aspetto ludico ma che stravolge molti canoni del genere, con una forte impronta ironica e filosofica. La fortezza è appunto il dungeon (sì, quello di Dungons & Dragons), ma i protagonisti non sono guerrieri, elfi e maghi in cerca di avventura e ricchezza, ma i titolari del maniero, decisi a gestirlo in modo manageriale per arricchirsi sempre di più, derubando gli sciocchi avventurieri. I personaggi sono rappresentati in maniera antropomorfa con dei tratti che sprizzano ironia e sarcasmo verso un genere che tende a prendersi troppo sul serio. Nonostante l'impronta parodistica riesce a svilupparsi in maniera epica, approfondendo molto la psicologia dei personaggi centrali. L'intento di completare la serie con trecento albi è anche questo piuttosto eroico, e verosimilmente non sarà compiuto (considerando che dal 2009 non è uscito più nulla). Gli autori, dopo aver disegnato i primi episodi, han lasciato le matite ad altri colleghi francesi (Blanquet, Blain e Blutch, per dirne qualcuno): ciò rende la serie molto variegata ed attraente dal punto di vista estetico, ma la maestria degli sceneggiatori rimane costante.
La Fortezza è divisa in tre epoche diverse. Gli albi Zenith (al momento sei volumi) riguardano il momento di maggiore splendore del maniero, in cui assistiamo alle avventure del papero inetto Helbert e assistiamo alla gestine del maniero da parte del cinico Guardiano. L'epoca Crepuscule (sei volumi) mostra la decadenza del maniero e la disgregazione del mondo. Uno dei protagonisti è il violento coniglio Marvin il rosso, e vediamo Helbert essere diventato il Gran Khan, l'oscuro dominatore della fortezza. Potron-Minet (cinque volumi) invece ha per protagonista il giovane guardiano e mostra come è nato il dungeon. Ho citato questa epoca per ultima perchè la data editoriale di uscita è posteriore a quelle Zenith e Crepuscule: La Fortezza infatti può essere letta in molteplici ordini, sia in quello cronologico della storia, sia quello di uscita per albi. Esistono altre due serie sotto il nome Donjon: Monster (dodici volumi) che tratta personaggi secondari, e la serie Parade (cinque volumi), che narra avventure ironiche nel donjon tra il volume uno e due di Zenith. Il consiglio è leggere la serie seguendo le uscite editoriali, in modo tale da potersi gustare per bene i collegamenti temporali e vedere come la serie si è man mano evoluta. Ad esempio, se si inizia da Potron-Minet, che è una sorta di "fumetto di formazione", con il suo carattere romantico e romanzesco, la serie può venire mal interpretata se non filtrata dalla carica umoristica delle epoche "posteriori".
Se Potron-Minet è il periodo romantico, Zenith quello ironico e Crepuscule apocalittico, il filo conduttore della serie è il senso di smarrimento verso un mondo folle abitato da personaggi incredibili, spesso inetti o imbecili, uno sguardo ironico ed impietoso sull'uomo e un forte e positivo desiderio di avventura da parte dei personaggi. L'ambienbtazione, anche grazie alla serie Monster, è approfondita, coerente ben ideata. La lettura di questi album è divertente e veloce, le idee sempre fresche e accattivanti, sempre se si sia alla ricerca di un fumetto dai tratti più particolari (diciamo pure, "più francesi"), e non a qualcosa di più fantasy. Ma al lettore rimarrà impressa nella mente l'amicizia tra Herbert il papero e Marvin il drago (no, non mi sono sbagliato, c'è sia un drago e sia un coniglia di nome Marvin!), l'amore tra il giovane Hyacinte e Alexandra l'assassina, e mille altri aneddoti e sviluppi assurdi e divertenti.
Sfortunatamente la serie in Italia ha avuto poco seguito, per leggerla per intero è necessaria una buona conoscenza del francese, ma i numeri sono facilmente reperibili da internet o nelle migliori fumetterie. E' una serie sicuramente particolare e incisiva, che ha lasciato degli ottimi eredi (credo che Adventure Time gli debba molto). Consigliato ai palati fini del fumetto d'autore.
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