Martedì sera a Londra mi sono trovato di fronte ad un inaspettata scelta, molto Nuyorchese come scelta a dir la verità. Da un lato il concerto segreto e molto fashion degli Strokes all'ULU, dall'altro i Liars che suonavano a 300 metri da casa mia al Luminaire. Un po' perché non avevo molta voglia di fare la coda per gli Strokes, un po' per pigrizia mi sono buttato sui Liars. Mai la mia indolenza mi aveva guidato così bene. Innanzitutto riesco a passare prima da casa in modo di andare al concerto libero da borse, cellulari, lettori mp3 e portafogli vari. Il Luminaire è un clubbettino piccolo piccolo dove fanno spesso musica interessante, è il tipico posto dove vedi che la cantante del gruppo spalla ha una foresta di peli sulle braccia e se ti era sembrata carina rabbrividisci schifato, il posto dove ci sono più fotografi per le varie fanzine, web-review ecc ecc che veri e propri fan, diciamo che mi sento proprio a mio agio. Cazzo non ci sono nemmeno molti indiekid (sono tutti a vedere gli Strokes lo so!) cosa posso volere di più.
Insomma passo indenne i Semifinalist e i Celebration e aspetto un po' scazzato sotto il palco i Liars. Premessa io i suddetti li conoscevo solo tramite un cd acquistato da poco e non è che avessi ste grandi aspettative. Appena finito di sistemare il palco salgono il batterista e il percussionista tuttofare e iniziano a picchiare un ritmo a dir poco stordente. Un minuto dopo entra il cantante, una pertica di due metri emmezzo tutti, magrissimo , capelli scompigliatissimi in faccia e una barba lunghissima. Entra e si mette a urlare e ad agitarsi come un ossesso impossesato da qualche strana droga. La prima parte del concerto è veramente angosciante, ma nello stesso tempo il ritmo che riescono a tenere è come se ti entrasse dentro e ti sconquassasse tutto il corpo impedendoti di stare fermo, e più viene sparato ad alto volume meno riesci a controllarti. Più si va avanti e più ci si assuefà al ritmo e si inizia a capire perchè il cantante si comporti a quella maniera. È il fottuto terminale delle sensazioni che noi pubblico proviamo. Quel fastidiosissimo e cacofonico rumore, questo ripetersi di fraseggi sempre uguali che ascoltiamo e balliamo come ipnotizzati esplode come un geyser nella sua pazzia. Lo spettacolo ovviamente non dura più di un'ora emmezza, perché nessuno riuscirebbe a tenere questi ritmi per di più, ma sono sicuro che tutti se ne sono tornati a casa felici con un bel sorriso sulle labbra e un formicolio strano nell'orecchio.
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