Alla fine si liberarono due posti. A tre ore dall'inizio della messa in scena il telefono squilla ponendomi di fronte ad un intrigante dilemma: palchetto centrale o platea ultime file. Scelgo il palchetto con vista privilegiata. Penso fra me e me che forse sono ancora in tempo. Chiamo quindi, con voce tremante quella donna che tanto desideravo sorprendere con "effetto speciale" e le chiedo se è ancora libera, se non ha preso impegni. Con voce interrogativa mi dice che sì, che posso passare a prenderla. Rinuncio all'imbellettamento e parto sgranocchiando noccioline. Lei nel frattempo ha agio di prepararsi e come al solito, quando si approssima alla vettura, la ritrovo: radiosa.

Questa sera, penso, dovrò abbandonarmi alle malìe di due donne splendide anzi tre: la mia compagna, Lina Sastri e Filumena Marturano. Creatura bellissima Filumena: donna forte, spigolosa, intrisa di un amore donato e mai corrisposto. Il fuoco che ha scaldato ed illuminato il cuore di quattro uomini ignari, arde nella grandezza della figura nata nel 1946 dalla prolifica penna di Eduardo de Filippo. Tante le Filumene nella storia del teatro, dalla prima per cui la commedia fu scritta Titina de Filippo a Regina Bianchi, dalla mai dimenticata Pupella Maggio fino ad arrivare alla trasposizione cinematografica con Sofia Loren in "Matrimonio all'italiana". Oggi a combattere per i propri figli, per il loro diritto ad avere un cognome ed un futuro, a manifestare l'amore incondizionato di madre vi è Lina Sastri. Artista con la A maiuscola, che proprio con Eduardo mosse i primi passi, Lina crea il vuoto attorno a sè, forte di un ruolo che le calza a pennello e di un mestiere che le consente di dosare tanto l'ironia quanto il dramma di questa madre universale.

La rappresentazione fedele, la regia misurata e qualche attore sotto tono, mi consentono di prendere ogni tanto delle pause per volgere lo sguardo verso chi mi è seduta a fianco. So per certo che questa commedia l'ha amata tanto, leggo negli occhi l'empatia, il trasporto per le vicissitudini di Filumena. Ogni donna può ritrovarsi in Filumena. Ogni donna sa cosa significa sacrificare molto, se non tutto per i propri figli. La guardo e sorrido. Non fa nulla, dico fra me e me, se stasera non avrà occhi per me. Mi metto da parte e lascio che siano loro due, Filumena e la mia donna, a parlarsi, a confermarsi nei gesti e nelle parole l'una, in impercettibili battiti di ciglia l'altra. Quando lo spettacolo finisce, le lacrime eternamente trattenute e poi svelate di Filumena, sono le lacrime di tutte le donne che sanno di aver fatto il Bene. A spettacolo concluso le lacrime di Filumena sono anche le lacrime della donna cui io ho regalato la gioia di una sera in cambio dell'amore di una vita: mia madre.

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