Quarto disco per gli Omini Verdi, chiamati a ripetersi dopo il buon successo fatto registrare dal precedente lavoro "Contro", vero e proprio album della maturità che aveva imposto il quartetto bresciano come uno dei nomi di punta del melodic HC italico.
Il compito non era facile, sia per le già decantate qualità del predecessore che per le vicissitudini che hanno colpito la band negli ultimi tre anni (l'abbandono del cantante Ale, rientrato all'ovile nel Gennaio dello scorso anno), ma alla luce di quanto sentito in questo nuovo "Mondo a parte" l'obiettivo può dirsi pienamente raggiunto.
Si parte bene con l'iniziale "H.C.O.", in cui un delicato arpeggio apre le danze prima che la chitarra di Gio inizi a macinare riff che riportano alla mente i migliori Lagwagon e No Use for a Name; si prosegue bene con la veloce e polemica "Se non ci fosse", ma è con la title-track "Mondo a Parte" che si raggiunge il primo vero highlight dell'album, con un pezzo destinato a fare sfracelli in sede live.
E' sempre la velocità a contraddistinguere anche le seguenti "Voglia di fuggire" e "Avrai", mentre con "Un'altra stella" si riprende un attimo il fiato prima di ripartire alla grande con "Niente di Niente", song che mi ha ricordato il tipico guitar-work di Fletcher (Pennywise).
La più canonica "Nulla è cambiato" introduce l'energica "Dimmi cosa vedi" (da ascoltare con attenzione anche il testo) in cui fa la sua comparsa un breve solo, prima della doppietta finale affidata a "Silenzio fragile" e all'anthemica "Distruggere e creare", degna chiusura di un album che ci conferma l'ottimo stato di forma raggiunto dagli Omini venuti da Montichiari, che non hanno davvero nulla da invidiare ai più blasonati act di casa Fat Wreck.
In una scena come quella nostrana ormai orfana di act storici come Shandon e Persiana Jones (per non parlare dei Punkreas, ormai ridotti a macchietta di stessi) e in cui i nomi di punta sembrano essere quelli di The New Story, Vanilla Sky e Finley (?) per fortuna esistono ancora formazioni come gli Omini Verdi, i Marsh Mallows o i Sun Eats Hours (giusto per citare i più noti) a tenere alta la bandiera del punk/hc tricolore!
Elenco e tracce
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