MAI GIUDICARE UN DISCO DALLA COPERTINA.
Scrivetelo su un foglio a caratteri cubitali ed affiggetelo nei pressi della vostra collezione di dischi, o almeno, spero che ce l'abbiate... L'album in questione ha una copertina più che brutta, anonima. Fosse stata terribile, avrebbe colpito le menti, in qualche modo. Ma questa è talmente piatta che potrebbe far desistere il curioso dall'acquisto. Tutto questo preambolo per dire che l'esordio dei nipponici Loudness, "The birthday eve", targato 1981, è quanto ci sia di più distante dalla sua copertina.
E cioè uno sfolgorante e scintillante esempio di heavy metal senza compromessi (tanto che non è presente nessun brano "radiofonico" nè tantomeno alcun singolo è stato estratto), ancorato in minima parte all'hard rock, con sottilissime sfumature blues, specialmente nei mid tempos. A tratti abbagliante, vistoso, eccentrico. Si sente che a suonarlo sono dei ragazzini di belle speranza, destinati a diventare la più famosa metal band del Sol Levante. Certo, non è tutto oro quello che luccica. La voce del cantante appare un pò troppo tirata, benchè gradevole e funzionale alla causa, e spesso non si capisce in che lingua stia cantando... L'altro lato negativo è rappresentato dall'affiatamento non ottimale tra i vari membri del gruppo ed un suono legnoso della batteria che potrebbe infastidire gli ascoltatori occasionali di certe sonorità. E non si possono pensare i Loudness senza la chitarra solista di Akira Takasaki, che, nonostante la giovane età, dimostra di aver metabolizzato le varie esperienze del passato, dal prog degli Yes al primordiale suono di Hendrix fino a Van Halen e Rhandy Rhoads, forse le sue maggiori influenza. Un chitarrismo raffinato, ma allo stesso tempo dotato di un'irruenza ed una genuinità che solo l'entusiasmo della gioventù può donare. Un aspirante shredder che sa emozionare e divertire (come in questo caso) anche chi non è chitarrista è cosa rara. Un cenno infine sul bassista, un po' in disparte, ma capace di sorreggere le strutture dei brani in modo più che buono durante tutti i 40 minuti e 30 secondi del disco. Ecco, molti diranno che è poco, e renderanno la durata di "The birthday eve" un difetto, ma il mio consiglio -se terminato l'ascolto penserete "ma è già finito?"- è quello di premere di nuovo il tasto play e lasciarvi trascinare nel mondo esotico di questi campioni. E se siete ancora scettici, sentitevi la trascinante opener "Loudness".
Conclusione: giusto un pelo dietro i grandi nomi dell'heavy classico mondiale. Avrebbero meritato molto più successo, ma si sa, se non provieni da determinate aree geografiche (England, U.S.A., Deutchland) le tue possibilità di sfondare sono purtroppo nettamente minori.
Unleashed (only) in the East.
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