Può una ragazzina di dodici anni condividere qualcosa con un sicario italoamericano?
Lui, si nutre solo di latte e la sua unica compagna è una pianta che porta sempre con sè. Il suo mestiere è uccidere con una sola regola: "niente donne, niente bambini".
Lei, una dodicenne disincantata a cui hanno massacrato la famiglia e già vuole imparare ad uccidere, o meglio "fare le pulizie" come dice lei stessa, per vendicare la morte del suo fartellino.
Lo sfondo di questa favola metropolitana sono i quartieri malfamati di New York, tra palazzine che cadono in rovina e squallidi muri giallastri dove vita e morte si incrociano, si abbracciano e poi si lasciano, dove tutto è legale e niente è permesso. Il film non è basato su una storia vera, ma su molte storie vere, di ragazzi che si trovano nella stessa condizione di matilda . Un film colossale, l'ennesima dimostrazione che gli effetti speciali non sono essenziali per produrre un buon film. In questa pellicola c'è tutto: umanità, fragilità, compassione, amore, crudeltà, odio e, come ho detto prima, vita e morte. Ii capolavoro di Luc Besson.
Grandissimi gli interpreti: Jean Reno si cala benissimo nei panni del killer spieato ma dal cuore tenero. Natalie Portman all'epoca era una ragazzina ma aveva già un talento davvero fuori dal comune, per quanto riguarda l'antagonista: Stanfield alias Gary Oldman è l'attore perfetto per fare il poliziotto corrotto e impasticcato, uno del dipartimento americano antidroga che "ama la quete prima della tempesta" e Beethoven, uno degli interpreti, a mio parere, più grandi di sempre. Non mancano i ruoli secondari come il boss mafioso italoamericano Tony interpretato da Danny Aiello che gestisce un ristorante italiano. Ma quello che mi ha più colpito del film è l'ingenuità dei due personaggi, avvolti in un mondo tutto loro e da cui proprio non riescono a tirarsi fuori e che forse ci riusciranno solo alla fine quando ognuno capirà che il vero mestiere non è uccidere ma sopravvivere. Ci sono molte cose che non ho detto del film e, probabilmente ce ne sono altre che ho spiegato male, ma intanto quello che volevo raccontare l'ho raccontato e quello che avevo da dire in proposito l'ho detto. Vi lascio con una bellissima citazione del film che, a mio parere, è il senso il racconto: "E' solo quando cominci a temere davvero la morte, che impari ad apprezzare la vita".
P.S. Alcune parole ed espressioni iniziali le ho estrapolate dal retro della copertina del DVD: mi parevano che non potevano essere sostituite con nessun altra parola, che dovevano essere quelle e basta, per cui ho voluto mettercele.
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