Questo è il primo libro importante che vedo sulla storia della pizza, importante per la casa editrice che lo ha pubblicato (ne ho un altro, di una casa editrice che pubblica libri a prezzi bassi), e per comprarlo, dopo averlo 'leggicchiato' (consultato), mi ero 'costretto' a farlo; ma a ragione: dopo averlo letto, lo recensisco, avendolo apprezzato (e deciso di proporvelo).
Scritto da uno storico della Gastronomia, che collabora con delle riviste e dei quotidiani, con un linguaggio semplice e chiaro, è un libro emozionante, adatto a tutti, e non solo agli appassionati di Cibo, agli esperti o agli studenti delle scuole alberghiere.
Leggendolo, mi sono stupito del ruolo dell'America nello sviluppo della pizza e della sua diffusione nel mondo: prima d'ora non sapevo che per esempio il condimento di (salsa di) pomodoro e mozzarella, anche se è nato a Napoli, è diventato di base solo grazie ai nostri emigrati laggiù che, fra l '800 e il '900, tra i prodotti italiani che consumavano di più c'erano quelli nominati, prima importati e poi, per la sempre più grande richiesta di questi, prodotti sul posto.
Con questa recensione mi limiterò a presentare solo le informazioni di possibile interesse comune, lasciando a voi il desiderio di saperne di più, andando a comprare il libro.
La pizza nasce come cibo a sé nella categoria del pane in ambito popolare a Napoli fra il '600 e il '700 (e anche il mestiere del pizzaiolo e la prima forma di pizzeria) e nell' '800 le prime testimonianze, di viaggiatori italiani e stranieri in visita alla città, quasi solo negative: come l'opinione di Samuel Morse, l'inventore del telegrafo, per cui la pizza somigliava 'a un pezzo di pane tirato fuori dalla fogna'.
Nel 1889 la nascita della Pizza Margherita di Raffaele Esposito, un pizzaiolo, per la regina Margherita in visita ufficiale a Napoli, ma il fatto, scrive l'autore, non è mai stato confermato da nessuna fonte.
La sua diffusione in Italia e nel mondo all'inizio era stata lenta (si racconta di Pietro Mascagni – un famoso compositore di musica lirica con opere come 'Cavalleria rusticana', ndr/nota di recensore – a New York per dei concerti che aveva fatto fatica a trovare la pizza fra gli Italiani), esplodendo solo dopo la Seconda Guerra Mondiale (in America erano state aperte molte pizzerie grazie alla creazione del forno a gas di Ira Nevin, un ingegniere, negli anni '30).
Come ricetta aveva avuto più fortuna, essendo già apparsa in manuali e cronache fra il '500 e il '700, anche se non con il suo nome, mentre con il suo vero nome per la prima volta in un manuale della seconda metà dell' '800, in tre versioni senza pomodoro.
Degli importanti contributi in questo ambito nel '900 da due autori (Alberto Cougnet, un giornalista enogastronomico, e Amedeo Pettini, uno chef rinomato della casa reale dei Savoia – quella della regina prima nominata, ndr) oggi poco conosciuti, in due opere.
E qui torna il periodo dello sviluppo del condimento di base della pizza, che dopo essere stato 'riportato' in Italia nel luogo dove era nato, aveva avuto successo in tutta Italia ed era diventato la base per molte farciture.
Se l'America ha portato in tutto il mondo la pizza, insieme a due altri suoi prodotti, l'hamburger e l'hot dog (ma il loro ingrediente di partenza, di carne, è stato portato in America dagli immigrati tedeschi), il mondo considera la pizza italiana.
Ma arrivando ai vari popoli, le farciture della pizza si erano arricchite dei prodotti locali: uno degli esempi nel libro è la pizza odiata da molti di noi Italiani, la 'prosciutto (cotto) e ananas', la 'Hawaiian Pizza', creata negli anni '50 da un canadese di origine greca (un altro libro sulla pizza ancora che ho riporta come anno il 1962 e chi la ha creata un greco vero e proprio). Si può aggiungere come esempio due tipi di pizza in teglia creati a Chicago: la 'deep-dish pizza' e la 'stuffed pizza' ('pizza nel piatto profondo' e 'pizza ripiena' in italiano, ndr).
E ancora un piatto molto presente nei film americani (il primo nella storia del cinema è 'La febbre del Sabato sera' con John Travolta e fra tutti quelli nominati 'Nightmare 4 – Il non risveglio' – con Robert Englund, ndr – e, sulla pizza da asporto, 'Mamma ho perso l'aereo' – con Macaulay Culkin, nella parte di Kevin, un bambino lasciato a casa per errore dalla famiglia che parte per le vacanze di Natale a Parigi, che ama la pizza al formaggio, ndr), poco in quelli italiani (solo quattro: il primo nella storia è 'San Giovanni decollato', uno dei primi con Totò, e tre famosi – 'L'oro di Napoli', con Sofia Loren, 'La dolce vita', di Federico Fellini, e 'Dramma della gelosia', con Marcello Mastroianni [protagonista del film nominato prima, ndr], Giancarlo Giannini e Monica Vitti).
E nelle serie tv, sia telefilm (per esempio 'Friends', con Jennifer Aniston, la ex fidanzata di Brad Pitt, ndr, e 'Una mamma per amica') che cartoni (animati) (per esempio 'Tartarughe ninja' – mi ricordo che da piccolo avevo visto la pizza almeno nelle immagini di sigla – e 'Futurama' – mi ricordo che da ragazzo avevo visto la prima puntata dove Fry, il fattorino di 'Panucci's Pizza', nella New York della sera del 31 Dicembre del 1999 consegna una pizza a un cliente fasullo ['T.O.Fregato'], cade per sbaglio in una specie di cabina criogenica, rimanendo ibernato per 1000 anni, poi risvegliandosi in una città completamente tecnologica).
Dopo avere letto tutto questo, non avete voglia di correre a comprare il libro? E, se foste all'ora di pranzo, anche di farvi una pizza?
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