C'è nella città del giglio una piazza… All'estremità, una basilica con una delle facciate più belle del Rinascimento… Policroma, dai marmi bianchi intarsiati di verde, fu terminata nel '400 da Leon Battista Alberti.. è così esoterica che il sempice fissarla intensamente, provoca straniamenti e perdita di sè..

Ebbene, qui in Santa Maria Novella, c'era un locale il "Salt Peanut" vero tempio del jazz-live fiorentino… Ultimanente ne ha parlato ELENA STANCANELLI in un bel libro "FIRENZE DA PICCOLA" laterza editore.. che, en passant, vi consiglio perchè scritto come si deve… Si scendeva una scala a chiocciola e si accedeva a questa cantina dedita al culto dei riti ditirambici musicali… al sapore di blue note, di vinile d'antan, di ottoni d'accatto, di rovere e chianti invecchiato bene… d'Orfeo che cerca Euridice e di orfici rullanti malandati… Quante notti ho trascorso tra alluvioni (rischiose a Firenze) di note e sigarette di nicotina swingante.. Mi piacerebbe ricordare tutti quelli che vi hanno suonato… ma è impossibile!! Mi basta citare AIRTO MOREIRA e il troppo in fretta dimenticato MASSIMO URBANI.. Massimo era strafatto quando suonò al Peanut. Ma fu un concerto superiore il suo.. Quante albe risortendo fuori da questo pozzo pentagrammatico saturo di divagazioni, di diminuite, pause, crome e settime.. ho avuto, davanti alla facciata illuminata da lune misteriche, fenomeni di sincope poco jazzistiche.. Il sublime e la bellezza, come sosteneva IMMANUEL, possono far paura!!! E quante volte ci si intratteneva coi musicisti prima di andare a letto.. Tanto per far capire qual era l'ambiente.

In questo locale, dotato di energie sconosciute e fortemente magnetiche, vero crocevia di avanguardie mai sopite e sempre in divenire.. ombelico e centro cool e be-bop del nosto panorama jazz di allora… ho visto e sentito più volte, uno sconosciuto a quel tempo, LUCA FLORES.. Stazzonato, schivo e taciturno… un tutt'uno col pianoforte.. Occhi bassi sulla tastiera e poche smancerie: punte concessioni spettacolari. Ho avuto sempre la sensazione di chi stesse suonando per se a prescindere dal pubbico davanti… chiuso dentro un microcosmo fatto di bianchi e di neri.. di dubbi irrisolti.. di ricerca di perfezioni compulsive, di miraggi lontani da riempire con studio ed esercizio diuturno.. di ambiziose voglie di esistere e di arrivare… sì, ma dove? (poi si capirà).. Uno che col piano faceva terapia.. Facile affermare, a questo punto, di aver presentito in lui un talento straordinario e una predisposizione al jazz innata…

Virtuoso e tecnicamente perfetto, aveva quell'aura del disperato geniale che gli ho visto subito addosso come un destino karmico. Ho seguito la sua carriera che si sviluppava con successo crescente.. tra incisioni bene accolte dala critica e tra la piccola e poi sempre più larga schiera dei suoi estimatori.. e poi le collaborazioni coi i "GIANTS" per una carriera in ascesa: DAVE HOLAND, LEE KONITZ e udite, udite CHET BAKER con cui fece una tournèe.. Spesso sento affermare che i diversi si attraggono… ma anche i simili secondo me.. e la simbiosi tra questi ultimi può essere deflagrante. Immaginate quell'eccessivo di CHET, borderline e tossico geniale, nel solco dela tradizione, a contatto con la disperazione piuttosto palese, seppur latente, di Luca. Boia ragazzi, che fuochi fatui !! Chissà se Flores ha introitato il nichilismo di Baker durante questa collaborazione? Soggetti predisposti subiscono e assorbono queste influenze negative.. è risaputo.. Passarono gli anni e la stella del nostro fu sempre più alta. Cominciò a far breccia anche negi USA ricevendo premi e segnalazioni da riviste specializzate… e così si arriva al 1994.. Ho rotto l'anima a un mio amico affinchè venisse a sentire questo jazzista ormai nell'empireo della musica afroamericana..

Il teatro dell'azione si sposta in piazza del Carmine dove si sente ancora il respiro del Masaccio (il ciclo di affreschi nella chiesa omonima è da brividi) e del più contemporaneo Vasco Pratoini.. SALA VANNI piena… e si dà inizio al set del nostro e di Tiziana Ghiglioni (vocalist di tutto rispetto). Tempo due brani e Luca dà di fuori… s'alza dal piano.. s'abbandona a escandescenze dionisiache… lancia acqua sulla povera Ghiglioni. . e scompiglia ogni cosa che si trova davanti.. E fu così che il concerto venne sospeso! Nessuno capì esattamente cosa fosse accaduto… e molti rimasero in attesa… lungamente e vanamente. Quella fu l'ultima esibizione del pianista toscano.. L'apogeo dei suoi irrisolti travagli esistenziai e musicali… Che tristezza quella sera!! ..e chi la dimentica più! Un "the end" comprensibilissimo ed irreparabile.  Trascorsero pochi mesi e il 20 marzo '95 lessi su un trafiletto di cronaca locale che un musicista si era impiccato a una trave nella sua abitazione di Montevarchi… Mentre scrivo sto ascoltando il suo disco postumo, vero testamento musicale. Dovete, se non l'avete già fatto, comprarlo… "FOR THOSE I NEVER KNEW" il titolo..

Il primo brano di questo cd "HOW FOR CAN YOU FLY (LADDER)".. è il vero canto del cigno.. Luca ormai aveva deciso di togiersi la vita. Non ho verbo per descriverlo… per aggettivare il paradiso esistono forse parole. Questa composizione è la resa musicale del posto dove lui voleva, stanco del transito terrestre, andare e dove ora è.. lì nel regno di armonia e assenza di contrasti.. La musica è stata definita da Cioran il ricordo inconscio che abbiamo, noi umani, dell'eden perduto.. In questo caso il lirismo aereo e struggente rappresenta la premonizione del futuro prossimo. Ma tutto l'album è un trionfo di espressività viscerale e, paradossalmente, è un lavoro ricco e onusto di vitalità estesa e fortissima… Quando Walter Veltroni pubbicò il suo libro su Luca rimasi molto stupito e meravigliato… mi domandai cosa c'entrasse lui. Leggendolo capii.. anzi fui felice che sempre più persone potessero, in questo modo, avvicinarsi e scoprire la sua musica.

A breve uscirà un film sulla fulminea vita di questo grande, interpretato da Kim Rossi Stuart.. Un pò siamo alle solite… alla gloria post-mortem. Ma son contento uguale e m'importa assai, a questo punto , del post.. Luca va conosciuto ad ogni costo. E costi quel che costi… Intanto i suoi semi sono nell'aria e crescono sani e rigogliosi.. Sapete qual è il pianista italiano più bravo in questo momento? STEFANO BOLLANI. Indovinate chi è stato il suo maestro? LUCA FLORES..

Ciao Luca e.. grazie di tutto!!! SIT TIBI TERRA LEVIS!!!

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