1968: un anno di grandi sogni, di grandi cambiamenti ma anche di contraddizioni. Non poteva restarvi indifferente un musicista ricettivo come Luciano Berio (1925-2003) che quell'anno scrive il suo lavoro più celebre, una "sinfonia" davvero molto lontana dalla forma principe della musica classica. Il titolo infatti va inteso in senso etimologico, quello di fare "suoni insieme": e a fare suoni insieme, in questo pezzo che dura poco più di mezz'ora, sono un'orchestra e otto voci amplificate (quattro maschili e quattro femminili, ciascuna con un microfono davanti). Ed è soprattutto l'incredibile sovrapposizione di stati musicali e linguistici che danno vita a un fiume impetuoso che trascina l'ascoltatore via con sé.
Il brano è suddiviso in cinque parti: nella prima, le otto voci elaborano frammenti da un testo di Claude Lévi-Strauss; nella seconda, articolano suoni senza un testo di supporto, arrivando nel finale a declamare il nome "King", quello del leader dei diritti civili Martin Luther King, assassinato nell'aprile 1968.
La terza parte riprende integralmente un brano da una sinfonia di Mahler e lo crivella di citazioni che costituiscono una piccola "storia della musica" (da Bach a Brahms, a Boulez, Berlioz, Schoenberg, Stravinskij, Strauss, Stockhausen, eccetera) e di citazioni linguistiche, usando come testo frammenti da "L'innominabile" di Samuel Beckett. Questa terza parte di "Sinfonia" è il miglior esempio della fantasia irrefrenabile di Berio, che come un'antenna capta segnali provenienti da ogni dove, dalla tradizione come dalla contemporaneità, e li rielabora in un nuovo organismo musicale di brulicante vitalità.
Ancora Mahler e Lévi-Strauss affiorano e scompaiono, veri fantasmi sonori e semantici, nella quarta parte, mentre la quinta, composta da Berio nel 1969 dopo essersi convinto della sua necessità, rielabora frammenti musicali e testuali dalle quattro parti precedenti, arrivando così a chiudere il cerchio.
Quanto di tutto questo è percepibile a un ascolto distratto o frettoloso? Molto poco, ma chi volesse avventurarsi in questo viaggio musicale pieno di soprese ne sarà ampiamente ripagato.
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