Non sarò breve. Non è da me e mi dispiace, ma non potevo fare altrimenti. 

Le statistiche dicono che nell'area del napoletano, negli ultimi due anni, l'aria si è fatta marcia, si è fatta monnezza. I casi di Cancro al Pancreas sono aumentati del 10% ed io mi sforzo di non cedere alle lusinghe delle statistice e di lasciarmi straziare solo dalla realtà. Ecco, credo solo alla realtà: mio nonna è morta di Cancro al Pancreas poco più di un anno fa e ogni domenica andiamo al cimitero per sentirla ancora vicina come nei giorni normali.

Vado al cimitero con la circumflegrea e per arrivare alla stazione da casa mia necessariamente passo davanti al supermarket e al suo parcheggiatore abusivo, la prima emanazione della camorra in un qualsiasi mio giorno normale. Questo attuale non è male, abbastanza affabile, se non fosse che organizza, di tanto in tanto, le rapine al supermarket per cui "lavora", ma non sono io il padrone e poi lo si puo lasciar passare per un esproprio proletario. Quello precedente vendeva le autoradio rubate ed era decisamente peggio (un piccolo capitalista qualsiasi). Dieci metri prima dell'ingresso della circumflegrea c'è normalmente un fruttivendolo con il suo carrettino trainato da un pony. Domenica mentre gli passavo di fianco ho visto un vecchio sopra i settant'anni rubargli un pisello dal carrettino mentre entrava in stazione. Mi precedeva di una ventina di metri, sbucciava il suo pisello rubato mentre zoppicava verso i treni. Lo sbuccia e mangia. Sta per buttare la buccia per terra quando sente i miei passi alle sue spalle: si volta e infila il tutto in tasca. Dal treno guardo fuori. Ha un qualcosa di onirico guardare dal finestrino di un treno. Guardo e vedo all'altezza della fermata di Trainano dei tossici che hanno occupato (ormai in pianta stabile) un cabinotto della circumflegrea per bucarsi, normalmente, sotto un cielo grigio che non riconosco.

Si arriva in quaranta minuti buoni (manco ci fossi andato a piedi al cimitero) e sceso dalla circumflegrea quello che mi accoglie è la monnezza che fa da confine al terminal dei bus. La puzza ti tappa il naso ed i pensieri: l'unica cosa che ti consente è scappare e infatti scappo. Mi incammino a passo svelto per le strade di Pianura, in mezzo ai suoi palazzi abusivi, perchè non è una camminata di piacere camminare sulla crosta di un mondo che va morendo. Percorro Via Provinaciale dove c'è un altro libero fruttivendolo, passo Via Salvator Dalì dove venne la Rai a parlare di Camorra in un giorno normale in una non-normale trasmissione televisiva e normalmente non c'era nemmeno un anima per strada a metter la faccia per una questione che, normalmente, non gli riguarda. Cento metri prima del cimitero comincia il terreno di un tizio che ha un asino in giardino (in piena città, sia chiaro). Una settimana fa su questo stesso terreno c'era una sola casa e un cubo di lamiere sorretto da quattro travi di legno. Oggi ci sono due case, tutte e due abitate.

Arrivato al cimitero saluto Michele, il parcheggiatore abusivo che segna il mio punto d'arrivo. Michele è piuttosto occupato, un pò scostante, perchè gioca il Pianura che ha ottenuto la promozione in serie D. E' un vortice di gente, un caos degenerato, un inferno.                           Entro. Nel cimitero, alla mia sinistra c'è la tomba di Gigi e Paolo, due ragazzi innocenti, ammazzati per errore dalla camorra nella notte del 10 agosto del 2000, che sicuramente sarà stato un altro giorno normale.

Cosa è normale e cosa non è normale nell'ultima metropoli peblea, nell'ultimo grande villaggio, animata da un disperata vitalità? Io non lo so, credo tutto in sincertà perchè qui tutto ti capita, tutto ti segna il volto, e il napoletano medio, poi, è ancora più incomprensibile. In molti (Pasolini, Goethe, Gramsci...) hanno provato a spiegare o sintetizzare l'arcano e migliore (sono serio) sintesi non conosco di Così Parlo Bellavista (1984) di Luciano De Crescenzo (filosofo piuttosto economico). Non sbotta giudizi a cazzo, osserva solo e lo fa con l'occhio ironico (trattasi di comedia) di chi si è gia incazzato troppo per cose estranee alla sua volontà (magari anche in modo un pò retorico), di chi sa che altro non può fare che riderci sopra e infatti si ride ogni trenta secondi e questo è un bene (trattasi del miglior film della storia dell'Universo?) per fatti o situazioni che paiono astratte e che invece sono reali... e questo non è un bene.

Film, dunque, che sintetizza e che raggiunge il suo scopo di spiegare la mutevolezza del fato ('a ciort) per un napoletano (ideologia standard per tutti in questa città violenta). La sfortuna non esiste dato che ad uno sfortunamente corrisponde un fortunatamente. Sfortunatamente sono nato a Napoli, fortunatamente non a Corbetta ed è per questo che mi gratto costantemente il pacco, perchè non si sa mai come la ruota giri. E' scienza, è scaramanzia, è Napoli.

In sintesi non un film su, ma un film parte di.

"Il mondo è grande e terribile e complicato. Ogni azione lanciata sulla sua complessità sveglia echi inaspettati". Antonio Gramsci

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