La presenza di un film trascurabile come "Da 0 a 10" in home page con una stroncatura del genere, magari potrà far storcere il naso su ciò che di buono era riuscito a fare il Ligabue regista e sceneggiatore con "Radiofreccia". Ebbene non voglio rimandare a paragoni col Luciano cantante/artista(?)/cantautore e mi limiterò alla critica di un film sincero, bello e distante dalla porcata commerciale della sua colonna sonora.

"Quante volte ve lo devo dire! La vita non è perfetta, le vite nei film sono perfette, belle o brutte, ma perfette, nei film non ci sono tempi morti, la vita è piena di tempi morti, nei film sai sempre come va a finire, nella vita non lo sai mai!"

La trama racconta gli eventi di un gruppo di ragazzi degli anni '70 le cui vicissitudini passano, a volte allegramente, a volte tragicamente, attorno ai problemi della vita, sia i più pesanti, sia i più banali, con lo sfondo delle prime radio libere. I nostri, infatti, decidono di aprirne una tutta loro. Da questo emergeranno gusti ed influenze musicali, che sottolineeranno il carattere, a volte estroverso, a volte chiuso, dei personaggi.

Da romagnolo non posso che apprezzare la superba caratterizzazione dei personaggi di stampo puramente campagnolo e fuori dal mondo. Un'alienazione dalla quale i ragazzi dell'epoca lottavano (e dalla quale lottano tutt'ora) e da cui volevano liberarsene andando incontro a vizi di città e ad un allontanamento dalla gente del paese (non a caso Correggio) in cui trovano il loro apice in Freccia (uno strepitoso Stefano Accorsi), che si fa carico di problemi che faticherà a sopportare per tutto il film.

I punti forte del film sono la stupenda caratterizzazione dei personaggi (compresi quelli "da paese") e le musiche ispirate della colonna sonora ripescate dal reperorio dei seventies e care al regista. Un forte odore di autobiografico permea in tutto il film e non fa nient'altro che accentuare la nostalgia che si manifesta in maniera tragicomica in tutto il film, grazie ad una bella interpretazione da parte di tutto il cast. Inoltre la semplicità che sfiora l'amatoriale ed una filosofia spicciola marcata, possono essere il punto forte o il punto più debole di tutto il film. Se da un lato per molti di voi questi elementi posono dare al film un senso grottesco, ad altri potranno fare innervosire e/o irritare oltre ogni limite. A voi l'ultimo parere.

In fin dei conti questo è un gran bel film girato in maniera semplice e schietta con mezzi propri e un bel cast, che annovera tra l'altro la presenza di Guccini nella parte di un barista dai modi un po' burberi, e parla direttamente allo spettatore del significato della vita e vi introduce al meglio alla vita paesana.

"Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua. E allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con 300 mila al mese però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio capo reparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici beh ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. "

Elenco tracce testi e video

01   Radiofreccia (03:31)

02   Ho perso le parole (04:28)

03   Boris (01:13)

04   Welcome Home, Freccia (01:36)

05   Bordocampo (01:09)

06   Freccia (01:07)

07   Metti in circolo il tuo amore (03:44)

08   Da Marzia (01:54)

09   Bruno (00:19)

10   Prima pagina del libro d'oro (03:38)

11   Mezzanotte di fuoco (00:50)

12   Boris segna il territorio (00:52)

13   Pesce-siluro (01:02)

14   Siamo in onda (03:18)

Se ne frega di serrande
di finestre sempre chiuse
di sistemi troppo grandi
di destini già decisi
e finisce sotto letti
dove si balla da un po'.
Sembra quello che non vince
il suo istinto di guardone
ha la faccia come il culo
di chi si fa perdonare
sembra il suono di una voce
che parte proprio da te.

Siamo in onda di qualchecosa
tieni l'onda, tienila accesa
prendi l'onda
finché ti passa di lì
finché ti passa di lì.

E' leggero come l'aria
anzi forse più leggero
e finisce in qualche stereo
che qualcuno ha "preso in nero"
e finisce nella vita
di chi dice "e io che ne so?".

Siamo in onda di qualchecosa
tieni l'onda, tienila accesa
prendi l'onda
finché ti passa di lì
finché ti passa di lì.

15   Bonanza (00:32)

16   Can't Help Falling in Love (03:05)

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Altre recensioni

Di  Il Poletti

 "Radiofreccia non è un capolavoro, sia chiaro, è un onesto film strappalacrime."

 "Il doppio album autocompiaciuto e autoreferenziale ne è l'esempio migliore."